L’amarcord di Paolo Rosola: «A Como nel 1987 una delle vittorie più belle»



di Massimo Moscardi, Corriere di Como

«La mia vittoria a Como al Giro del 1987? Rimane un ricordo bellissimo: ci ho pensato quando ho visto l’arrivo del Giro di Lombardia, anche se il traguardo non era nello stesso punto». Paolo Rosola, ex ciclista di alto livello e grande velocista, ricorda così, dopo oltre trent’anni, la sua vittoria nella tappa di Como al Giro d’Italia 1987.

L’occasione di parlare con Rosola viene data dalla vittoria di suo figlio Kevin tra gli Allievi del secondo anno al “Cross della Vigilia” disputato a Lurago d’Erba. Ai più appassionati non è sfuggito il fatto che, curiosamente, questo successo sia giunto a trent’anni di distanza dal trionfo di papà.

Un figlio d’arte, Kevin, visto che la mamma Paola Pezzo è la due volte campionessa olimpica di cross country. Il suo cognome completo è infatti Pezzo Rosola.

Una circostanza, quella della vittoria del giovane a Lurago d’Erba, per aprire il libro dei ricordi con i suoi genitori. Con Paolo Rosola torniamo sulla tappa del Giro 1987, rimasta indelebile nei ricordi di chi l’ha vissuta. A Como, quel giorno, la conclusione non fu con una semplice volata, ma dopo un circuito per le vie della città ripetuto più volte.

«Vincere a Como è sempre bello – spiega Rosola – e poi quel giorno dalla mia Brescia erano arrivati tanti tifosi. Come posso dimenticare quella vittoria? Mi ricordo che doveva essere una tappa per velocisti, tutto sommato tranquilla». Invece Alberto Volpi, originario di Saronno, andò in fuga alla ricerca di un successo prestigioso vicino a casa. «La sua fuga scombinò un po’ tutto – ricorda Rosola – Alla fine le squadre iniziarono a tirare e riuscii a superare Volpi proprio a pochi metri del traguardo». Una volata alla Rosola, appunto, di potenza. L’ex corridore, peraltro, ispirandosi anche a quel giorno, ha un suggerimento per gli organizzatori del Giro di Lombardia.

«Nel caso fosse previsto ancora il traguardo a Como, sarebbe bello, nella parte conclusiva, far passare la gara nella zona del centro città. Sarebbe uno scenario fantastico. Ora, non so le questioni logistiche e come fare, però potrebbe essere una idea per portare ancora di più il ciclismo in mezzo alla gente» aggiunge.

E del figlio, Rosola Senior cosa dice? «Noi non abbiamo fatto nulla forzarlo a correre. Anzi, ad ogni occasione chiedo agli speaker della gara di non esagerare nel ricordare che è figlio d’arte, perché comunque la cosa ha sempre creato forti aspettative e lo ha messo in difficoltà. Anche per questo non gli diamo molti suggerimenti: a Lurago non gli abbiamo detto nulla, eppure ha vinto con una tattica perfetta».

Su Kevin mamma Paola Pezzo – tra l’altro da sempre molto devota alla Madonna del Ghisallo – cosa dice? «Sta provando un po’ tutte le specialità, mountain-bike, ciclocross, strada. Come ha detto Paolo, noi non lo forziamo in alcun modo. A un certo punto aveva anche smesso di fare le gare in bicicletta e si è dedicato per qualche anno al basket; ora è tornato in sella e i risultati stanno arrivando nelle varie specialità, anche in tipi di gare che non conosce».

«In questo momento non me la sento di dire quale sia la disciplina più adatta a lui – conclude l’olimpionica – Sarà Kevin a scegliere quella in cui si sentirà più portato».
Massimo Moscardi

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