Paolo Rosola
di Maurizio (Morris) Ricci
Nato a Gussago (Brescia) il 05.02.1957. Velocista, alto m. 1,80 per kg. 80. Professionista dal 1978 al 1990, ha ottenuto 28 vittorie.
Un corridore che s'è determinato tardi, rispetto al ciclismo nel suo complesso e agli stessi terreni a lui più idonei. Già da dilettante, dove comunque si era fatto apprezzare, anche perché, allora, per passare nell'élite di questo sport, era necessario aver fatto punti superando una concorrenza che oggi non c'è.
Giunto fra i professionisti, ha poi fatto il gregario per le sue doti sul passo, alternando pure esperienze sul ciclocross e su pista dietro motori, prima di dedicarsi completante alla strada e a a diventare, tre anni dopo il debutto, un vincente e, per tanti aspetti, un signor corridore.
Ruppe il ghiaccio, quando sembrava destinato a diventare camionista, nella tappa del Giro d'Italia 1981, che si concludeva a Ferrara nel Giro d'Italia dell'81.
Un altro anno di pausa e poi l'esplosione nel 1983, dove vinse ben tre tappe al Giro (Fano, Orta e Vicenza).
L'anno seguente, s'aggiudicò la Milano-Torino, superando con uno sprint regale, l'amico nonché compaesano Guidone Bontempi e il sempre grande Roger De Vlaeminck.
Quasi tre mesi dopo, il suo sprint potente, lungo e capace pure di esprimere guizzi di gran nota, tornò a ruggire, cogliendo, a Città di Castello, il quinto successo di tappa al Giro d'Italia. Divenuto "Cavallo Pazzo" per condotta e quei tratti tanto somiglianti ai pellerossa, conquistò nel 1985 altre due frazioni della "Corsa Rosa", a Crotone e Domodossola.
L'anno seguente subì un appannamento, o meglio si incentivarono quelle amnesie nella concentrazione che ne hanno limitato il palmarès. In stagione, comunque, andò a segno in una tappa del Tour de Suisse e una della Settimana Siciliana.
Proprio con un'altra frazione della corsa sicula, aprì, nel 1987, il suo migliore anno, cogliendo 11 centri: oltre alla tappa di Ribera in Sicilia, tre frazioni del Giro d'Italia (San Giorgio del Sannio, Termoli e Como), la tappa di Valencia alla Vuelta di Spagna, quattro frazioni della Coors Classic negli Stati Uniti e un paio di circuiti.
Continuò il suo percorso vincente l'anno successivo, con altri due successi di tappa al Giro (Salsomaggiore e Lido di Jesolo), portando così a 12 successi il suo ruolino complessivo nella principale corsa a tappe italiana.
Nel 1989 e '90, andò ancora a segno. Il suo "canto del cigno" a Gippingen, nell'impegnativo GP d'Argovia '90.
Insomma, un corridore più completo di quel che è divenuto costume pensare. Paradossalmente, ha vinto molto meno di quanto poteva esserci nei suoi mezzi. Nel dopo ciclismo, ha lavorato e lavora tutt'oggi per lanciare giovani, distinguendosi particolarmente nel fuori strada, dove è stato mentore della sua compagna, Paola Pezzo.
Storia di Paolo Rosola
C'è voluto tempo per farlo giungere alla necessaria maturazione e inserirsi nella schiera dei più forti velocisti nazionali. E quando vi è giunto ha peccato in continuità così che solo di tanto in tanto è riuscito a dare la misura delle sue doti di sprinter.
Si è dedicato pure al ciclocross e alle prove dietro motori prima di fare unicamente lo stradista.
Dopo tre stagioni senza un successo finalmente con la tappa di Ferrara nel Giro d'Italia dell'81 ha aperto il libro delle vittorie; un altro anno di pausa e poi tre tappe del Giro al suo attivo (a Fano, Orta e Vicenza) nell'83. La quinta vittoria di tappa del Giro, a Città di Castello, venne nell'84 dopo il bel successo su Bontempi nella Milano-Torino; altre due le ottenne nell'85 a Crotone e Domodossola.
La migliore stagione è arrivata al compimento dei trent'anni con nove affermazioni: la tappa di Ribera nella Settimana Siciliana, quella di Valencia nella Vuelta di Spagna e tre tappe al Giro d'Italia.
L'anno successivo arrivano altre due affermazioni al Giro d'Italia, sono le ultime, per un totale complessivo di 12 vittorie di tappa.
Corre con la Gis, nel 1990, la sua ultima stagione da professionista.
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