Ranieri out: febbraio da cavallo
Febbraio a Claudio Ranieri non porta bene. Un subentro (al Parma, con miracolosa salvezza nel 2007) e quattro esoneri: al Valencia nel 2005, alla Roma nel 2011, al Leicester City nel 2017 (l'anno dopo lo storico titolo) e, ora al Fulham; peggio solo maggio con cinque.
Al club del Craven Cottage, nei 106 giorni dal suo insediamento, il 14 novembre, la corsa per salvarsi forse non è mai neanche cominciata: tre vittorie, tre pareggi e 11 sconfitte, le ultime 4 consecutive (e due contro più o meno dirette concorrenti come Crystal Palace e Southamprton).
Il tutto con in mezzo il pasticciaccio per il rigore mio-tuo-tuo-mio fra Mitrovic e Kamara,con quest'ultimo prima relegato ad allenarsi con gli Under 23 e poi prestato in Turchia allo Yeni Malatyaspor. Sintomo forse più evidente di una stagione nata male e che rischia di finire malissimo, e cioè col ritorno in Championship (chiuso al terzo posto un anno fa).
Peccato perché il pedigree inglese di Ranieri, dopo Chelsea e Leicester City, non meritava questo capitolo. Iniziato subentrando a Slavisa Jokanovic, suo primo acquisto al Chelsea, e finito con il subentro dell'assistente Scott Parker, suo ultimo colpo ai Blues.
Nonostante la munifica proprietà (107 milioni di pound buttati via nel mercato estivo), e a differenza per esempio dell'Huddersfiled, ultimo e ormai spacciato, i Cottagers - magari a tratti - hanno dimostrato di poterci anche stare in questa categoria. A essergli mancati sin qui, e forse per Claudio è questa la sconfitta più amara, sono stati il cuore e la personalità. I tratti più distintivi del Ranieri allenatore, assieme alla fase difensiva: con lui 32 sui 63 gol totali subiti, la peggiore del torneo; a fronte dei 15 su 26 segnati (terzo peggior attacco in Premier). A questi livelli, coprirsi bene non basta. Specialmente a febbraio.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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