Giro d'Italia 1985 - ROBERTO VISENTINI


68° Giro d'Italia / I cacciatori della rosa
Bicisport, n. 5 - maggio 1985

Roberto Visentini è nato a Gardone Riviera, nella provincia di Brescia, il 2 giugno 1957. Passato professionista nel 1978 con un eccellente palmarès alle sue spalle (campione del mondo junior nel 1975), Roberto si è affermato anche tra i professionisti come un corridore completo, buon scalatore e soprattutto eccellente passista. Figlio di una famiglia assai benestante, gli è sempre stata rimproverata l'incapacità di soffrire, di stringere i denti, facendo buon viso anche a situazioni contrarie, ma ancora di più gli viene imputata una ingiustificabile debolezza nei momenti cruciali, cosa che gli ha spesso impedito di raccogliere risultati importanti che pure aveva costruito con impegno e dedizione. Forse anche per questo finora le sue potenzialità sono rimaste spesso inespresse. La sua regolarità, la completezza, la capacità di difendersi su qualsiasi percorso ne fanno un corridore temibile in ogni corsa a tappe.


La regolarità può essere la mia carta vincente

Le mie armi per vincere il Giro d'Italia sono la regolarità e la squadra: la prima mi permetterà di sfruttare ogni cedimento degli avversari, la seconda servirà a porre rimedio a situazioni di corsa sfavorevoli e a togliere abbuoni, con Bontempi, ai velocisti di classifica più pericolosi. Il percorso non è durissimo, però mi piace. Bisognerà vedere come sono realmente le salite, su queste infatti potrà decidersi la classifica finale. Non credo sia possibile indicare la giornata decisiva ai fini dell'esito della corsa rosa, però il finale sulle Alpi, oltre a essere una piacevole novità, mi è stato detto molto impegnativo. Potrebbe dunque decidersi anche negli ultimi giorni e sarà per questo importante mantenere un'adeguata condizione fino alla fine». 


È Kelly la grande incognita

«Il favorito è indiscutibilmente Bernard Hinault. Non a caso tutte le volte che il campione francese ha partecipato al Giro d'Italia lo ha vinto senza neanche soffrire troppo. Se Hinault è in condizione, cedo che tutti gli altri dovranno cercare di conquistare solo il secondo posto. Lo sorso anno al tour de France, l'ho visto fare cose eccellenti su percorsi molto più duri e impegnativi di quelli che proporrà il Giro. Non credo invece che Moser possa ripetere il Giro dello scorso anno [1984, nda], mentre Saronni è un'incognita tutta da scoprire. Kelly? Finora l'irlandese non ha mai ottenuto grandi risultati nei lunghi Giri a tappe, però è anche vero che non ha mai corso il Giro che è certamente, per le sue caratteristiche tecniche, il più adatto a lui. Ma c'è Hinault...»


Senza abbuoni avrebbe vinto su Saronni

Visentini ha corso sei Giri vestendo anche la maglia rosa. È sempre stato un corridore di classifica e infatti lo ha sempre concluso nelle prime dieci posizioni, fatta eccezione per l'anno del suo esordio (quindicesimo nel 1978) e lo scorso anno [1984, nda] quando per un crollo nervoso è stato a un passo dal ritiro. Ha vinto solo una tappa, lo scorso anno a Lerici. Il suo Giro più bello rimane quello del 1983 quando fu accanito inseguitore di Giuseppe Saronni. Con una corsa regolare, Roberto seppe giungere alle tappe dolomitiche con uno svantaggio ancora colmabile e grazie al lavoro del fido Luciano Loro, riuscì anche a staccare la maglia rosa. Nel momento decisivo gli mancò la necessaria forza e il sogno svanì. Senza gli abbuoni, però, avrebbe vinto.

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