Finale NCAA: Badocchi campione con Virginia, Moretti a Texas Tech ci riproverà


Terra di presidenti la Virginia (otto; e quattro dei primi cinque), e ora anche di campioni. I campioni NCAA per la prima volta nella storia. 

Nella storia, non solo dei Cavaliers, c’è anche Francesco Badocchi. Il primo italiano a tagliare la retina del college basketball. E pazienza se nel Torneo ha toccato il campo solo un minuto al primo turno contro Gardner-Webb.

Forse era scritto: e il sogno della Texas Tech di Davide Moretti, primo italiano alla Final Four, è naufragato nelle lacrime che il Moro poi trattiene a stento, con la voce rotta, in spogliatoio, dopo un ultimo atto per cuori forti: 85 a 77 all’overtime per la squadra di coach Tony Bennett. Più matura, completa e forse più ferita dopo il clamoroso upset, da numero uno contro la sedici Maryland Baltimore County, al primo turno lo scorso anno.

Moretti ha chiuso con 15 punti, col 50% sia da due sia da tre, e in difesa però non è riuscito a tenere Kyle Guy (esultante alla sua sinistra nella foto, nda) come invece aveva fatto con Cassius Winston in semifinale contro Michigan State.

Già decisivo coi tre liberi contro Auburn, Guy – l’emblema del giocatore di college e non a caso di Indianapolis, ne ha messi 24, tre in meno del top scorer De’Andre Hunter. Inevitabile che andasse a lui, la Baby Face Assassin della porta accanto, un premio anche politico come quello del Most Outstanding della Final Four. Nel primo quintetto anche i suoi compagni De’Andre Hunter e Ty Jerome e, per i Red Raiders, Jarrett Culver e l’inconsolabile Matt Mooney, che non ha ripetuto la prova-monstre vista contro MSU.

Due deb in finale non accadeva da 40 anni, dalla storica Salt Lake City '79 di Indiana State contro Michigan State, Bird contro Magic: la più televista ogni epoca; e che ha ridefinito, in campo e fuori, l’essenza stessa del college basketball.

Questa invece la ricorderemo non per la bellezza, ma per le difese, nessuna superstar e tanto, tantissimo collettivo: una sorta di remake di Duke-Butler del 2010, anche quella dominata da un Kyle (Singler). 

Per Virginia buona la terza, 35 anni dopo il flop Ralph Sampson, che in mattinata era andato in albergo a incoraggiare i nipoti: uno, Braxton Key, lo è di sangue. E si è spinto fin lassù, dove neanche i 224 dello zio erano mai arrivati.

Per i nostri, la certezza che ci riproveranno l’anno prossimo. Moretti per riportare un texano alla casa Bianca. Il virginiano Badocchi per restarci, non da vice ma da presidente.
DA MINNEAPOLIS, PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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