Ackermann su Viviani, è sempre Germania-Italia


Tanto per cambiare, è ancora Germania-Italia. Stavolta, però, a perdere siamo noi.

Prima volata in un grande Giro e subito vincente, per il campione nazionale tedesco Pascal Ackermann. Davanti per un'incollatura al tricolore Elia Viviani nella seconda tappa del Giro edizione 102.

La corsa rosa nata 110 anni fa proprio come Indro Montanelli, al quale era dedicato l'arrivo a Fucecchio, paese del grande giornalista e pure di Andrea "Tafone" Tafi, l'unico italiano a vincere i due monumenti del pavé: Fiandre e Roubaix.

Frazione pregna di pioggia e significati, con l'omaggio a Bartali e i passaggi nella Prato di Fiorenzo Magni e nella Mastromarco che ha cresciuto Vincenzo Nibali.  

Il San Baronto, anche se dal versante meno duro rispetto a quello su cui lo Squalo si allenava da ragazzo, avrebbe dovuto fare quella selezione che invece non c'è stata. E allora, dopo 205 km a 43 abbondanti di media, volatona di gruppo.

Regolata dal 25enne della Bora-Hansgrohe, perfetta nel riprendere col suo treno, ai meno 7, gli ultimi quattro degli otto fuggitivi di giornata: Owsian, Bidard, Frapporti e la maglia azzurra Ciccone. E pensare che c'era chi criticava la Bora per aver mandato qui Ackermann al Giro e Sam Bennett al Caifornia.

Battezzata per prima la ruota di Gaviria (quarto), Viviani ha poi fiutato quella giusta di Ackermann ma ormai era tardi. Troppo in forma e lanciato all'esterno il vicnitore del Gran Premio di Francoforte, e alla quarta vittoria stagionale. Terzo l'australiano Ewan, quinto Démare - forse attardato dalla caduta del compagno Le Gac, che si era urtato con Cimolai ai meno ottocento metri. Sfortunato invece Nizzolo, tagliappiedato da una foratura ai -10 e quindi tagliato fuori dallo sprint.

Spettatore in rosa sempre Roglic, come verosimilmente accadrà dopo i 220 km da Vinci a Orbetello. 
Magari per l'ennesimo Italia-Germania. 
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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