Benedetti & Polanc a Pinerolo nel mito di Coppi
Cento anni dalla nascita di Coppi, settanta da quella del suo mito. "L'uomo solo al comando" spiccò il volo da qui, 192 km in soltaria sui 254 della Cuneo-Pinerolo '49: 11'52" su Bartali e 19' su Martini, e rosa strappata a Leoni.
Niente più litania Maddalena-Vars-Izoard-Monginevro e Sestriere, ma "solo" 158 km con però l'inedito Montoso (9 km al 9% di media e 14% di massima) e il Principi d'Acaja, l'Acajamuur, come lo chiamano qui, alla fiamminga, per il pavé e l'asprezza dell'ascesa: 450 metri al 13% e punte del 20%.
Questa, di Cuneo-Pinerolo, era tutt'altra cosa, epperò la suggestione rimane. E così, con Coppi, Bitossi '64, Saronni '82 ai nipotini un signor gregario come Cesare Benedetti, trentino Rovereto, 32 anni il 3 agosto e pro' dal 2010, potrà dire non soltanto "io c'ero" ma pure "ho vinto anch'io".
Primo successo in carriera (a parte due cronosquadre, alla Tirreno e alla Coppi-e-Bartali) e arrivato beffando Gianluca Brambilla e Eros Capecchi, come fece sempre qui tre anni fa Matteo Trentin con Moreno Moser e il compagno (alla Etixx-Quick Step) Brambilla, terzo allora e quarto stavolta; con almeno la consolazione della maglia azzurra, sfilata a Giulio Ciccone, suo compagno alla Trek e di camera in albergo.
È cambiata - ma non come previsto - anche la rosa, finita dopo sei giorni a un altro compagno e altro gregario: da Valerio Conti, ora terzo a 4'51", al 27enne Jan Polanc, sesto a 25" e sloveno come l'ex leader Primož Roglič, arrivato con Vincenzo Nibali e gli altri big a 8'03" e ora, nella generale, secondo a 4'07".
Peccato per Dario Cataldo, fermato ai -5 km per aspettare Miguel Ángel López: un déjà-vu per il diesse Astana, Martinelli, che sul Colle dell'Agnello fece lo stesso con Michele Scarponi per Nibali in rosa nel 2016.
Il secondo Giro #102 - e che Giro - è appena cominciato. E da lassù, 70 anni dopo, il papà di Marina e Faustino, forse, avrà sorriso.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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