Lago Serrù: Gran Paradiso per Zakarin, inferno in terra per Yates


Se esiste, dev'essere bello almeno quanto quello in terra: il Gran Paradiso. E lassù dove osano gli stambecchi - il Parco Nazionale ne ospita quasi tremila - il più coraggioso è stato un 29-enne russo del Tatarstan, di credo musulmano che si allena a Cipro.

E che se non ci fossero le discese un grande Giro forse l'avrebbe già nel palmarès: Ilnur Zakarin; croce e delizia (per come è messo in bici) dell'ex pro' Dmitri Konyshev, suo diesse e traduttore per italiano e inglese.

Scrollatosi di ruota l'ingombrante Mikel Nieve, il capitano del team Katusha è andato a prendersi la sua seconda vittoria al Giro (dopo Imola 2015) e il terzo posto della generale, dove per il secondo giorno in fila comanda lo sloveno Jan Polanc (15-esimo al traguardo, a 4'39") ma ora con 2'25" sul connazionale Primož Roglič, l'ex maglia rosa che negli ultimi due chilometri e mezzo s'è divertito - si fa per dire - a battagliare scatto contro scatto con Vincenzo Nibali, per poi arrivare insieme - a 2'57" - e tendergli la mano, non proprio ricambiata con affetto. Diciamo così. 

Dietro, è stata bagarre vera, con Mikel Landa (terzo a 1'19") che il giorno dopo i 29" di Pinerolo ha guadagnato un minuto e 37": ora è ottavo a 5'08".
Ancora sfortunato invece Miguel Ángel López, ieri la foratura, oggi appiedato per problema meccanico ai -12 km.

Altra giornata-no invece per Simon Yates, 17esimo a 5'00" da Zakarin e nella generale 12esimo a 8'14" dalla rosa di Polanc. Dopo il Finestre 2018 mai dire mai, ma il suo Giro - che sin qui non è esistito - è forse finito ai 2247 dell'inedito Lago Serrù. Il suo inferno in terra.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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