Addio "Robbéry": fine di un'èra


Per tifosi e media è - e resterà - "FC Hollywood", per il debordante, atavico ego delle sue mille superstar. Ma senza più "Rib & Rob" nel cast, la sceneggiatura - per quanto originale - non sarà più come prima. Piaccia o no - e in Baviera è piaciuta eccome - al Fußball-Club Bayern, si chiude un'era: quella della "Robbéry". Arjen Robben & Franck Ribéry.

La strana coppia che per un decennio ha saccheggiato l'argenteria domestica, europea e mondiale (tra cui l'Oscar per Das Triple 2013). Sulle loro rispettive scorribande sulle fasce, il Bayern moderno è tornato la superpotenza che era quasi sempre stato.  

Ribéry c'era arrivato controvoglia, dall'amato Marsiglia per 25 milioni, nel 2007. Lui, "Scarface", La Canebière l'avrebbe lasciata solo per il Paseo de la Castellana, sponda merengue. E proprio da lì, due anni dopo, nel 2009, illustre scarto da 24 milioni del Real Madrid, sarebbe arrivato il suo gemello diverso Robben. "L'Uomo di vetro" per la (spiccata) tendenza agli infortuni, con velocità e classe l'altro tratto che più li accomuna.

L'intesa fra quella specie di Bonnie & Clyde del gol fu istantanea. Quarta giornata di Bundes, Van Gaal a Brema tiene in panca Robben, appena arrivato, per 45';  poi lo butta dentro per Altintop, risultato: 4 a 0 sul Werder, due gol in mezzora per l'olandese, sempre su assist del francese. Ri-nascita di una nazione: quella bavarese.

Dieci anni e 19 trofei vinti insieme dopo (22 in 12 per Ribery), senza contare il probabile settimo Meisterschale in fila (record tedesco) e la chance in finale di Coppa di Germania col Lipsia, siamo ai titoli di coda di un kolossal già storico; al di là del box office: 143 gol in 305 presenze per Arjen; 121 in 414 per Franck.

All'FC Hollywood, sono già in cartellone Gnabry, Coman e - da gennaio 2020 - Alphonso Davies. Giovani stelline, che magari si faranno. Ma quei due - per il Bayern - erano tanta... Robbéry. La Rapina del secolo.

PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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