Pello-bis sul Monte Avena, Carapaz rosa shocking e i cretini pericolosi
Richard Carapaz, il primo ecuadoriano in rosa, è anche il quasi vincitore del Giro d’Italia 102.
Quel "quasi" è lungo 17 km contro il tempo, con in mezzo la salita delle Torricelle che in passato ha deciso due mondiali ma nel futuro più prossimo, deciderà, al massimo, con la 21esima e ultima tappa di Verona, gli altri due gradini del podio.
Improbabile che il 26enne capitano in corsa della Movistar, perda 1’54” da Nibali (con cui è arrivato spalla a spalla), 2’53" da Landa o 3’16” da Roglič, il grande favorito per l’ultimo atto.
L’ultimo tappone, 194 km da Feltre all’inedito Croce d’Aune/Monte Avena, con 5 GPM e 5600 metri di dislivello, l’ha vinto uno spagnolo, Pello Bilbao, già primo nella Vasto-L’Aquila alla settima.
Dietro di lui c’è stata bagarre ma più per dovere che per convinzione. Nibali e Roglic sono andati in difficoltà già sul passo Manghen ai -120 km, Landa – co-capitano della maglia rosa – nel finale s’è mosso e ha poi chiuso secondo al traguardo davanti alla maglia azzurra Ciccone e terzo nella generale, scavalcando Roglic, che per risalirci, su quel podio, dovrà rimontargli 23 secondi.
Le emozioni vere, purtroppo, sono arrivate dal tifo degenerato: i due sloveni che hanno spinto Roglič (penalizzato di 10"), rinverdendo così la “compagnia delle spinte” anni Settanta-Ottanta; e l’incauto (eufemismo) spettatore che ha fatto cadere la maglia bianca Miguel Ángel López, che puntava a tappe e podio e per la rabbia l’ha preso a ceffoni. Un epilogo che questo strno Giro 102 e il suo degnissimo quasi vincitore non meritavano.
DAL CROCE D’AUNE/MONTE AVENA, PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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