FOOTBALL PORTRAITS - Agbonlahor, leone in Gabby (2007)


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Velocissimo, immarcabile nel gioco aereo, il travolgente centravanti dell’Aston Villa e della Under 21 inglese brucia le tappe come fossero avversari. Il futuro è suo?

Un Andrew Howe d’oltremanica, quindi al contrario. Troppo veloce per non pensare alla pista e innamorato del pallone, nonostante il tocco non proprio sudamericano, Gabriel Agbonlahor è stato a lungo al bivio: calcio o atletica? Per fortuna, come il reatino di Los Angeles, per dirla alla Spike Lee, ha fatto la cosa giusta. FIDAL e Villans sentitamente ringraziano.

Figlio di un medico nigeriano e di un’assistente insegnante scozzese, Gabby nasce il 13 ottobre 1988 a Erdington, cinque miglia a nordest di Birmingham. I genitori si separano quando è ancora piccolo, e lui cresce con il padre e la seconda moglie del dottorSamson Agbonlahor. La madre naturale, Tina Burgess, non la vedrà per vent’anni. Nel 2009, per il suo 23esimo compleanno, la 51enne signora farà un pubblico appello sul Birmingham Mail per una (improbabile) riconciliazione. 

Due anni prima, dopo 20 anni di silenzio, aveva telefonato al figlio di cui aveva perso la custodia per fargli gli auguri. Ma il pargolo, che al Villa guadagnava 60.000 sterline la settimana, ha respinto le voci di qualsiasi riavvicinamento». A 8 anni, nei Great Barr Falcons, osservatori dell’Aston Villa ne notano lo scatto ma si mettono le mani nei capelli davanti ai fondamentali. 

Nella prima stagione nella Academy (2002-03), segna 9 gol in 18 partite. 

Nella seconda, 35 in 29: impresa che ai veterani del Bodymoor Heath di North Warwickshire riporta alla mente quella di Darius Vassell: 38 centri nel 1997-98. 

Dal 2004-05 è spesso aggregato alla formazione Riserve pur continuando a bollare con la giovanile: 18 in 22 gare, che chiudono il suo bilancio nella Youth con il record di 62 reti in 71 apparizioni. 

Nel 2005 impressiona critica e addetti ai lavori nel vittorioso International Soccer Challenge, torneo per Under 20 giocato ad Adelaide, in Australia. 

Va a segno nel match inaugurale, vinto per 2-0 sull’AIS, nel 2-2 contro il Milan (poi sconfitto ai rigori), nel 4-1 sul Tokyo Verdy e due volte nella finale vinta 5-0 contro la Team S.A. 

Nelle Riserve, tra il 2003 e il 2006, racimola 37 presenze e 19 gol, tra cui la tripletta al portiere statunitense Tim Howard (futura bandiera dell’Everton) nel 3-0 ai rincalzi del Manchester United. Capitano nell’HKFC Philips Lighting International Soccer Sevens del 2006, trascina da Miglior giocatore i giovani Villans al secondo posto dietro gli Urawa Red Diamonds. 

In settembre va in prestito in seconda divisione, 4 partite senza gol nel Watford, 9 allo Sheffield Wednesday poi il rientro alla casa madre. Il 18 marzo 2006 segna nello sfortunato debutto in Premiership, 4-1 per l’Everton al Goodison Park. Un gol simile a quello nell’1-4 casalingo contro il Manchester United e diventato un po’ il suo marchio di fabbrica: cross da sinistra, taglio sul primo palo e incornata sul secondo. 

Nei rinnovati Villans targati Martin O’Neill, comincia il 2006-07 largo a destra. Il primo gol stagionale lo firma nel 2-0 casalingo sul Charlton Athletic. Si ripete nella gara successiva, il 30 settembre: poco prima dell’intervallo, firma l’1-1 contro il Chelsea. Un vizio, segnare alle grandi, ripetuto con tutte le Big Four: Man U, Arsenal e Liverpool. 

Nel 2006-07 non salta un minuto fino a quando non viene rimpiazzato da Patrik Berger, nel 2-0 esterno sul Reading. La gara successiva è la prima in panchina, anche se a partita in corso gli farà posto Shaun Maloney, appena arrivato dal Celtic. 

A scanso di equivoci, O’Neill spiega che il promettente giovanotto «sin lì, pur schierato fuori ruolo, se l’era cavata egregiamente», e che la decisione di tenerlo a riposo era stata presa per farlo rifiatare e togliergli pressione. Rimesso in squadra, torna nel tabellino alla voce marcatori: nel pari con l’Everton il 2 aprile. L’indomani, rinnova con un quadriennale fino al 2011 l’accordo siglato dodici mesi addietro. La domenica dopo, assente John Carew, s’appropria dell’area.

Meno immediato il feeling con le nazionali. Agbonlahor rifiuta le avances del Ct scozzese Alex McLeish e della Federazione nigeriana, che il 20 settembre 2006 lo convoca nella U20 per il match col Rwanda. Il 28, scatta la prima chiamata nell’U21 inglese. 

L’esordio data 6 ottobre, nel doppio spareggio con la Germania per gli Europei. Rincalzo nell’1-0 a Coventry (subentra a Routledge al 71’), titolare nel 2-0 a Leverkusen (al 76’ lo rileva Walcott), e Tre Leoni che andranno in Olanda. Ma senza Agbonlahor. Il Ct Stuart Pearce lo voleva in ritiro in Spagna, Gabsera in vacanza, telefono staccato. Morale: Psychogli preferisce David Bentley, ala del Blackburn e già nazionale A. Per ripicca Agbonlahor non esclude «di giocare in una rappresentativa maggiore diversa dall’Inghilterra». 

In settembre, Pearce lo richiama. A Podgorica, Gabby infila il primo gol nella U21, il secondo del 3-0 sul Montenegro. «Si è irrobustito, è migliorato tantissimo nel difendere palla – giura O’Neill, estimatore interessato – e ha voglia di sfondare». Come Howe.

CHRISTIAN GIORDANO ©
Guerin Sportivo © - n. 45, 6-12 novembre 2007

Che fine ha fatto?
Mai davvero esploso, anche per via degli infortuni. Con l’Aston Villa appena retrocesso dalla Premier League al Championship (2015-16) s’è fatto immortalare online sovrappeso con discinte signorine. Che spreco.


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