FOOTBALL PORTRAITS - Zaki: lo chiamano Bulldozer (2008)
Il 25enne attaccante del Wigan Athletic, in prestito per una stagione dallo Zamalek, ha sopreso tutti. Per lui i paragoni si sprecano. Nulla gli sembra proibito. Neppure il Pallone d’oro africano
di CHRISTIAN GIORDANO
Guerin Sportivo n. 43, 21-27 ottobre 2008
Alan Shearer e Mark Hughes. Dicono somigli a loro l’egiziano Amr Zaki, bomber-rivelazione del Wigan Athletic. Al primo lo paragona il presidente Dave Whelan, al secondo l’allenatore Steve Bruce, che di Hughes è stato compagno nel Manchester United dal 1988 al 1995.
«Basta guardarlo – spiega il proprietario dei Latics – La corporatura, i movimenti: di Shearer ha tutto. Pure la sfrontatezza, non appena ha palla. Sa sempre dov’è la porta e senza dover alzare la testa, ha un fiuto innato. Punte così hanno l’istinto del gol, e non si insegna: o ce l’hai o non ce l’hai». Otto reti in dieci gare in biancazzurro (di cui due in precampionato contro Sheffield United e Hibernian, una in Carling Cup al Notts County più l’assist per Camara), e 27 in 50 con l’Egitto, parlano chiaro: ce l’ha.
«Sì, mi ricorda Hughes – dice l’allenatore, che da giocatore satanassi così doveva fermarli – Mark è sempre stato uno tranquillo, Zaki fuori del campo è più esuberante, ma anche lui è grande e grosso e ha fame di gol. Il fisico è quello, il livello pure».
Esagerati? Sì, ma perdonabili per lo straordinario impatto avuto da uno che in Inghilterra è arrivato in prestito per un anno dallo Zamalek. Con 5 gol in sette giornate di Premier League, capocannoniere ex-aequo con Defoe del Portsmouth e il solitoTorres del Liverpool, Bulldozer Zakper ora ha messo in fila attaccanti costati oro: da Berbatov (Man U) a Pavlyuchenko (Tottenham), da Robinho (Man City) a Keane (al Liverpool).
Bruce lo nota alla Coppa d’Africa 2008, doppietta nel 4-1 Costa d’Avorio «che in squadra aveva sette giocatori di Premier». E per sei mesi fa la spola col Cairo pur di portarselo al JJB Stadium. «Mi ridevano dietro – ricorda – quando raccontavo che, cifre FIFA alla mano, era l’attaccante col miglior scoreal mondo: in nazionale, un gol ogni due partite. “Sì, ma contro Gibuti” mi ribattevano». Ironia della sorte, la squadra contro cui Zaki non ha giocato per via di un’elongazione da 1,5 cm a un polpaccio: dieci giorni di riposo forzato. Pedaggio, evitabile, per essere sceso in campo contro il Middlesbrough dei connazionali Shawky e Mido (con Zidan gli altri big egiziani emigrati) dopo una settimana di sole terapie, senza allenamenti.
La sua storia inizia nell’El Merrik, terza divisione, e continua all’Al-Mansoura, club della omonima città nella quale è nato il 1° aprile 1983. Nel 2001-02, è in prima squadra e firma tre gol. Il primo in campionato arriva il 16 marzo nella sconfitta per 3-1 contro l’amato Zamalek.
Nel 2002-03, le 5 reti lo pongono nel mirino delle grandi: Zamalek, Ismaily e Ahly. Finisce invece all’Enppi, che all’Al-Mansoura fa l’offerta più alta nella storia del calcio locale: 1,5 milioni di lire egiziane (180 mila euro). Nel “club del petrolio”, disputa un buona 2003-04: 5 gol in campionato, tra cui uno allo Zamalek e all’Ahly, e 4 in Coppa d’Egitto.
Ma la stagione della svolta è la 2004-05: 10 reti e titolo di capocannoniere della Premier League egiziana, più 3 in coppa nazionale, trofeo che l’Enppi vince per la prima volta. Risultato storico, come il secondo posto (dietro l’Ahly) in campionato, miglior piazzamento nella storia del club.
A metà 2005-06, Zaki (già 9 gol) è ormai un nome nel Paese che si appresta a ospitare (e a vincere) la Coppa d’Africa. In nazionale, Zaki non è ancora più una stella ma sarà decisivo: due penalty procurati e altrettanti assist; e, soprattutto, al primo pallone toccato (dopo la sceneggiata del sostituito Mido che uscendo chiamò «scimmia» il Ct Hassan Shehata: sei mesi di sospensione), il gol al Senegal che vale la finale. Poi vinta 4-2 ai rigori sulla Costa d’Avorio.
Zaki è concupito, oltre che dalle solite Zamalek e Al Ahly, anche dai petrodollari dell’Al-Ain (Emirati Arabi) e dal Nantes. Ma in patria la finestra di mercato di gennaio è già chiusa, idem in tutti i maggiori campionati d’Europa, tranne che in Russia dove la stagione è ferma per la pausa invernale. E così su Newcastle, Bolton e Dinamo Kyiv la spunta il Lokomotiv Mosca, che sul piatto mette 1,7 milioni di euro per l’Enppi e un triennale da 500 mila euro a stagione per lui. Che però non giocherà mai. «Devo ammetterlo – racconta –, non sono molto fiero di quell’esperienza. L’offerta del Lokomotiv era buona, ma ho resistito tre mesi. Non giocavo per via degli infortuni, avevo nostalgia di casa e il clima era terribile».
Ecco allora il ritorno in Egitto, ma allo Zamalek. L’idillio, però, dura poco. Zaki rivince la Coppa d’Africa (la sesta per l’Egitto: un record), stavolta da protagonista, e vuole la Premier League. Quella vera. La situazione degenera quando il presidente dello Zamalek, Mamdouh Abbas, lo insulta e le sue guardie del corpo ricorrono alle maniere forti. Davanti all’esterrefatto Nader Shawki, agente del giocatore sotto contratto fino al 2012. Dopo mesi di tiramolla, lo Zamalek si butta sul ghaniano Junior Agogo e il 22 luglio il gmdei Latics, John Benson, per un 1,25 milioni di sterline (più 500 mila di bonus se il bomber andrà in doppia cifra in Premier League) si porta a casa il probabile prossimo Pallone d’oro africano. «È il mio obiettivo – ammette Zaki – Non va a un egiziano da 25 anni». Lo ha vinto il solo Mahmoud El Khatib con l’El-Ahly, club di cui oggi Biboè vicepresidente. Missione possibile per Bulldozer Zak. Possente, coraggioso, veloce e infaticabile, non è forte in acrobazia come Hughes e non sarà mai Shearer. Ma il Wigan scucirà volentieri i 6 milioni di sterline per tenerlo a far coppia con Heskey. Perché Zaki, nel Lancashire, si sente «a casa».
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