IN FUGA DAGLI SCERIFFI - Le Imprese: Mottet al Lombardia '88


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Simone Basso
IN FUGA DAGLI SCERIFFI
Oltre Moser e Saronni: il ciclismo negli anni Ottanta
Prefazione di Herbie Sykes
Rainbow Sports Books, 160 pagine - kindle, amazon.it – € 9,90

Charly Mottet, nel panorama transalpino di oggi, sarebbe il numero uno con due giri di pista di vantaggio. 

Crebbe invece nella Renault, prima con Bernard Hinault, poi con Laurent Fignon e Greg LeMond, in un ciclismo francese che – in particolare nelle corse a tappe – era il migliore al mondo. 

Il suo Ottantotto, ventiseienne, ebbe un andamento schizofrenico, sulle montagne russe; difatti, dopo il fallimento al Tour, cominciò a non sentire più la catena. 

(...)

Poi, a settembre, Charly salì sull’ottovolante: dominò il Giro del Lazio sfilando, in compagnia di Tony Rominger, il gruppo verso Rocca di Papa e poi sul pavé di Appia Antica e a Caracalla. 

Vinse a Cannes perentoriamente il Gran Premio delle Nazioni. Si presentò così, da grande favorito, al Giro di Lombardia. 

Il percorso, dal 1985, prevedeva la partenza da Como, una fase centrale impegnativa (con cinque gpm quasi uno dietro l’altro) e un arrivo che ripresentava il finale – classico – degli anni Cinquanta. 

Sessanta chilometri di falsopiano e pianura, prima di Milano. 

Una mossa di Vincenzo Torriani per rimescolare le carte, un tentativo di addolcire il menu altrimenti troppo esigente per il livello del ciclismo italiano di allora. 

Eppure quell’anno c’erano già le avvisaglie della futura rinascita tricolore, soprattutto Maurizio Fondriest (fresco campione del mondo) e Gianni Bugno. 

Il neo-iridato, che alla vigilia della corsa confessò una comprensibile stanchezza, promosse un’azione a sorpresa nella discesa di Esino Lario. A centocinquanta chilometri dal traguardo. 

Sorpassò in bello stile il Colle di Basilio e affrontò, in compagnia di Patrick Tolhoek e Claudio Chiappucci, la Valcava. Dietro, a quasi due minuti, la Chateau d’Ax di Bugno organizzò l’inseguimento. 

Il Lombardia, inaspettatamente, si decise sulle rampe di quella salita: Mottet, annusata l’aria di golpe, partì in forcing, con al mozzo il solo Luc Roosen. Bugno, incerto sul da farsi, fu il penultimo a mollare la ruota del francese scatenato. 

(...)

Mottet scollinò con appena dodici secondi su Fondriest ma capì, buttandosi a capofitto nella discesa, che era possibile un’impresa solitaria di cento chilometri. 

Fece il Valpiana à bloc e, giunto in cima, cambiò mezzo. Una mossa studiata a tavolino col solito Guimard: cavalcò una specialissima più performante, con i rapporti lunghi da cronometro. 

(...)

Alle porte di Milano, Bugno e Lejarreta tentarono l’ultima sortita. Charly Mottet, in trionfo, salutò la Système U con un numero da campione vero. 


ORDINE DI ARRIVO 
Giro di Lombardia, 15 ottobre 1988 
1° Charly Mottet (Système U), 260 km in 6h49’05”, media 38,134 km/h 
2° Gianni Bugno (Chateau d’Ax) a 1’40” 
3° Marino Lejarreta (Caja Rural) a 1’45” 
4° Luc Roosen (Roland) a 3’30” 
5° Tony Rominger (Chateau d’Ax) 
6° Luca Rota (Del Tongo) 
7° Gianbattista Baronchelli (Pepsi Cola) 
8° Davide Cassani (Gewiss-Bianchi) 
9° Claudio Chiappucci (Carrera Jeans) a 8’38” 
10° Martial Gayant (Toshiba)


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