Giancarlo Perini tra Chiappucci e Bugno
11 novembe 2019
Giancarlo Perini il gregario di Chiappucci che fece vincere a Gianni Bugno il Campionato Mondiale di Benidorm del 1992
Giancarlo Perini nasce in località Costa Nicrosi, a Carpaneto Piacentino il 2 dicembre 1959, a undici anni scopre la bicicletta e fin da subito è autentica passione. Si iscrive al Gruppo Sportivo del Comune di Cadeo. Dopo la classica trafila nelle corse giovanili, nel 1976 passa alla A.S.D. Pedale Arquatese di Castell’Arquato, gareggiando per cinque stagioni tra i dilettanti (due anni con la terza categoria, poi tre tra seconda e prima).
Tra i dilettanti riesce a mettersi in mostra grazie alla vittoria nella Coppa d’Inverno, al Gran Premio di Verteva e alla Coppa Fiera di Mercatale.
Al Giro d’Italia dilettanti del 1980 conquista il titolo di miglior giovane e si classifica al quinto posto in classifica generale. La buona performance accende le attenzioni di Davide Boifava che gli offre un contratto professionistico per la stagione 1981 alla Inoxpran dei fratelli Prandelli, proprietari dell’omonima azienda di pentole in acciaio.
La formazione di Boifava annovera, tra gli altri, il giovane Bruno Leali e due campioni esperti come Giacinto Santambrogio e Giovanni Battaglin. Perini, debuttante tra i pro, viene convocato per la Vuelta a Espana 1981 e aiuta Battaglin a conquistare la corsa a tappe iberica (chiudendo 45esimo nella generale).
Nel 1982 prende parte per la prima volta al Giro d’Italia ma è costretto al ritiro. L’anno seguente, non riesce a essere convocato per nessuno dei tre grandi giri. Nel frattempo la Inoxpran cambia denominazione in Carrera Jeans e firma un contratto con Roberto Visentin che corre come capitano al Giro d’Italia 1984 ma non brilla. Perini lavora al suo fianco e, sempre in quell’anno, fa il suo esordio al Tour de France.
Dopo un 1985 poco brillante l’anno seguente è vittima di un terribile incidente durante una tappa del Giro di Svizzera. In un tratto di discesa Perini viene centrato da un’autovettura che si è indebitamente introdotta nel percorso della gara. L’impatto è micidiale, Perini rimedia tre fratture al ginocchio destro e un trauma cranico oltre a numerose ferite ed escoriazioni; la sua carriera è a rischio.
Dopo sette mesi lontano dalle corse, fa rientro in gruppo nel 1987, a supporto dei nuovi leader della Carrera ovvero l’irlandese Stephen Roche e un giovane italiano, Claudio Chiappucci.
L’anno d’oro di Perini è il 1992 quando, accanto a "El Diablo" vive un Tour de France sopra ogni aspettativa. Il corridore di Uboldo chiude secondo alle spalle del navarro Miguel Indurain e Giancarlo, nonostante l'instancabile lavoro di gregariato, ottiene un impronosticabile (alla vigilia) ottavo posto in classifica generale. Accanto all’exploit in terra francese, il piacentino ottiene piazzamenti nella top-ten al Giro del Veneto, alla Coppa Bernocchi e al Trofeo Matteotti, dimostrando una incredibile regolarità nel corso della stagione.
Proprio la regolarità di performance valgono al mitico Giancarlo Perini un posto in nazionale agli imminenti Mondiali di Benidorm in Spagna.
Nasce il “Duca di Benidorm”
Cuore, fatica e tenacia sono le doti di Giancarlo e il CT Alfredo Martini ha bisogno di uno come lui e così Perini, a 33 anni, indossa per la prima volta la maglia azzurra. Una chiamata forse (per alcuni) inaspettata ma meritata a suggellare una stagione unica. Martini nel pianificare la corsa affida il ruolo di capitano ai due “galletti” Bugno e Chiappucci con Argentin e Fondriest pronti a colpire.
L’Italia è in forma e le dispute tra Gianni e Claudio non inficiano la qualità della tattica di corsa. Quando Indurain e Rominger allungano è Chiappucci a seguirne le ruote. Poco prima dell’ultima tornata i fuggitivi vengono ripresi, Perini guarda “il Chiappa” e si accorge che il serbatoio del varesotto è vuoto.
Mancano circa 20 chilometri all’arrivo e sulla salitella gli spagnoli alzano il ritmo con Indurain che vuole vincere il mondiale di casa. Ghirotto è cotto e non può più aiutare Bugno. Perini si avvicina a Gianni e, dopo essersi accertato che il monzese è in forma, gli urla: “Andiamo a vincere la volata”. In quel momento partono uno spagnolo, un francese e un tedesco, e il gruppo sta a guardare. Perini va in testa, lavora come un mulo e ricuce lo strappo. Ai meno 1,2 Perini si volta, Bugno pare spento, in fondo al gruppo.
“Gianni che c****o ci fai ultimo – urla Giancarlo – prendi la mia ruota”.
Il resto è storia: Perini tira la volata sino ai meno 200 metri quando Bugno brucia Jalabert, che prova a rimontarlo, e alza le mani al cielo.
Se Gianni diventa il Campione di Benidorm, Giancarlo Perini diventa il “Duca di Benidorm”.
Nel 1993 Perini lascia la Carrera e il suo mentore Davide Boifava per vestire i colori della ZG Mobili, con cui ottiene, al Giro di Puglia, la sua unica vittoria in carriera. Viene convocato, con ruolo di gregario, per i mondiali di Oslo (vinti da Lance Armstrong).
Nel 1995 passa alla Brescialat per una stagione prima di abbandonare il ciclismo professionistico all’età di trentacinque anni per dedicarsi al ruolo di direttore sportivo alla Brescialat (poi Liquigas, Cage Maglierie, Tenax).
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