STORIE DI BICI - Merci, Poupou
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di CHRISTIAN GIORDANO ©
© Panache magazine
È stato un privilegio intervistarti, Poupou.
È stato un privilegio intervistarti, Poupou.
Vigilia della Roubaix 2016, a sei giorni dai tuoi 80 anni. La tua contagiosa simpatia, l’allegra autoironia, la fatica per sottarti anche solo per un attimo all’abbraccio della tua gente. Gente semplice come te. E d'ogni età. Sul palco a Compiègne, un’ovazione. Come se corressi domani, anche se hai smesso da quarant’anni.
Ma quale “eterno secondo”, Raymond. Per i francesi, come te nessuno mai in quanto a poupoularité (copyright Antoine Blondin). Sempre primo sul traguardo dei loro cuori, Poulidor. Troppo perfetto, aristocratico e distante, Maitre Jacques.
Quel duello spalla a spalla con Anquetil, sul Puy-de-Dôme, al Tour ’64, l’icona di un’epoca e di un ciclismo irripetibili.
Quella faccia squadrata, terragna, che sembrava scolpita, intagliata nel Massiccio Centrale, là dove la tua vita – leggendaria – è cominciata.
Diciotto anni da pro’, 14 Tour iniziati, 12 finiti: 11 volte nella top ten e 8 sul podio (tre volte secondo e cinque terzo). Mai primo, mai in giallo, neanche per un giorno. Eppure sei sempre stato il più amato, il più tifato, il mai dimenticato.
Ci si dimentica, invece, troppo e troppo spesso, delle tue 189 vittorie, tra cui Vuelta, Sanremo, Freccia, le due Nizza in fila, sette tappe al Tour e 4 alla Vuelta, cinque Criterium Internazionale e due Delfinato, un Midi-Libre, una Settimana Catalana; e il GP delle Nazioni, una sorta di mondiale a crono (allora open) trent’anni prima che lo inventassero.
Già, il mondiale. Nella prova in linea, stessa storia del Tour. Quattro podi e mai il gradino più alto: un argento e tre bronzi.
“Vedi, Raymond, anche stavolta arrivo prima io”, gli disse, dal letto di morte, il 53-enne Anquetil. Era il 1987. Poupou ne ha vissuti trenta in più, sempre lì a inseguirlo.
Adesso che gli hai preso - per sempre - la ruota, diglielo, Raymond: è tuo nipote, Mathieu van der Poel, l’Anquetil di quest’epoca. Non per caratteristiche, ma come eterno primo. Il tuo ultimo regalo a quel ciclismo che, ricambiato, hai tanto amato.
Merci beaucoup. Merci, Poupou.
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