SEVENTIES - Tony Currie, artista al bacio
di CHRISTIAN GIORDANO ©
Rainbow Sports Books ©
«A quality goal, by a quality player»
- telecronaca di Johnny Motson, Sheffield United-West Ham 3-2, 22 marzo 1975
«Non calciava la palla, la carezzava e la convinceva a fare quello che lui voleva. Che la passasse lunga o corta, te la metteva su un piatto…»
– Tony Pritchett
– Tony Pritchett
TONY CURRIE (Edgware, nel Middlesex, 1° gennaio 1950) non è stato soltanto uno dei più talentuosi centrocampisti inglesi, dotato di gran tiro, visione di gioco e lanci lunghi e precisi («Tony could land a 60-yard pass on a sixpence». Era un artista. E in quanto tale, era nato per saltarle le righe, non per vivacchiarci dentro.
Quando già lavorava per una ditta di costruzioni edili, firmò da dilettante per il Queens Park Rangers. Non confermato dopo la breve parentesi da apprendista al Chelsea, nel maggio 1967 lo prese il Watford con cui conquistò la nazionale giovanile.
Sei gol nelle sue prime quattro partite di campionato e, subito, al suo diciottesimo compleanno, per 26.500 sterline (c'è chi dice 35 mila), eccolo allo Sheffield United. Per lui il futuro club della vita, per i suoi nuovi tifosi l'eterno cult hero. Per tutti, un affarone.
In gol già al debutto con i Blades, battuti 3-2 dal Tottenham, saltò il match successivo perché... doveva andare a sposarsi.
Presto monitorato per la nazionale maggiore, pur non militando certo in un club à la page, giocò per la Football League XI (la rappresentativa di lega) e la Under 23.
Il primo dei suoi 17 caps con la nazionale maggiore se lo infilò con la maglia numero 11 a Wembley il 23 maggio 1972, sconfitta per 1-0 contro l'Irlanda del Nord nel British Home International Championship, e finì al 58' per lasciar posto a Martin Peters.
Ma è per i gol spettacolari che al "Bramall Lane" il suo ricordo rimarrà indelebile.
Il più celebrato è il definitivo 3-2 al West Ham, il 22 marzo 1975, immortalato nella telecronaca di Johnny Motson ancora oggi incisa in mille forme di memorabilia: «...and Woodward cuts in and found Currie, Field and Cammack to the left, still Currie... What about that! A quality goal, by a quality player».
Non malaccio però anche la doppietta nel 5-0 sull'Arsenal del 4 settembre 1973. In quell'occasione Currie, in forma devastante (per i gunners) e forse mai più vista né prima né dopo, arrivò a sedersi sul pallone: firma iconica per la rivincita dei Blades dopo il 5-0 subito contro i gunners il 29 gennaio 1972.
In quella stessa stagione 1973-74, anche per cercare di tenerne a freno gli scontri con ogni forma di autorità, fu nominato capitano, ma neanche questo lo cambiò. Contro il Leicester City, a un certo punto si ritrovò a terra accanto ad Alan Birchenall e i due si scambiarono quel famoso bacio che, in quei tempi bigotti e provocatori (eufemismo), finì sulla copertina di The Mavericks di Rob Steen, libro-manifesto di un'intera generazione di calciatori pazzoidi e ribelli. Quella dei Seventies.
Presto monitorato per la nazionale maggiore, pur non militando certo in un club à la page, giocò per la Football League XI (la rappresentativa di lega) e la Under 23.
Il primo dei suoi 17 caps con la nazionale maggiore se lo infilò con la maglia numero 11 a Wembley il 23 maggio 1972, sconfitta per 1-0 contro l'Irlanda del Nord nel British Home International Championship, e finì al 58' per lasciar posto a Martin Peters.
Ma è per i gol spettacolari che al "Bramall Lane" il suo ricordo rimarrà indelebile.
Il più celebrato è il definitivo 3-2 al West Ham, il 22 marzo 1975, immortalato nella telecronaca di Johnny Motson ancora oggi incisa in mille forme di memorabilia: «...and Woodward cuts in and found Currie, Field and Cammack to the left, still Currie... What about that! A quality goal, by a quality player».
Non malaccio però anche la doppietta nel 5-0 sull'Arsenal del 4 settembre 1973. In quell'occasione Currie, in forma devastante (per i gunners) e forse mai più vista né prima né dopo, arrivò a sedersi sul pallone: firma iconica per la rivincita dei Blades dopo il 5-0 subito contro i gunners il 29 gennaio 1972.
In quella stessa stagione 1973-74, anche per cercare di tenerne a freno gli scontri con ogni forma di autorità, fu nominato capitano, ma neanche questo lo cambiò. Contro il Leicester City, a un certo punto si ritrovò a terra accanto ad Alan Birchenall e i due si scambiarono quel famoso bacio che, in quei tempi bigotti e provocatori (eufemismo), finì sulla copertina di The Mavericks di Rob Steen, libro-manifesto di un'intera generazione di calciatori pazzoidi e ribelli. Quella dei Seventies.
Dai e dai, alla fine lo Sheffield United - dopo 54 gol in 313 presenze - lo cedette, per 245 mila (c'è chi dice 250 mila) sterline, addirittura al Leeds United, altri storici rivali.
A "Elland Road", Currie rafforzò il proprio status di stella aggiungendo al talento - indiscusso - una sorprendente continuità. E quel tanto atteso mix, si scrisse, era quanto di più vicino servisse al Leeds per riempire il vuoto lasciato dalla partenza del cattivissimo combo Billy Bremner-John Giles.
A "Elland Road", Currie rafforzò il proprio status di stella aggiungendo al talento - indiscusso - una sorprendente continuità. E quel tanto atteso mix, si scrisse, era quanto di più vicino servisse al Leeds per riempire il vuoto lasciato dalla partenza del cattivissimo combo Billy Bremner-John Giles.
Titolare nell'Inghilterra per due stagioni (tre gol in totale, 11 i caps con il Leeds), Currie però non alzò mai trofei. Fuori del campo, in crisi con la moglie, se ne andò a Londra, al Queens Park Rangers, che con lui raggiunse la finale di FA Cup del 1982. Poi, gli infortuni gli presentarono il conto.
Dopo la breve estate indiana (meglio: canadese) dell'83 ai Toronto Nationals della CPSL, e il Chesham United, firmò col Southend (senza esordire) e poi senza contratto al Torquay United. Nell'ottobre '84 andò al Tranmere ma anche lì fu salutato prima ancora di debuttare in prima squadra. Fine della storia da pro', dopo 81 gol in 528 gare di campionato.
Le dimenticabili parentesi in non-league con Dunstable, Hendon e Goole Town, preludono alla seconda carriera molto comune a tanti dei Mavericks dell'epoca: dal febbraio 1988 è co-ordinator della Football in the Community per lo Sheffield United. Il club in cui più di ogni altro è stato - e per sempre sarà - TC. Top Cat. Dal 2014, per il 125° anniversario della società, anche ufficialmente il miglior giocatore nella storia dei Blades.
Le dimenticabili parentesi in non-league con Dunstable, Hendon e Goole Town, preludono alla seconda carriera molto comune a tanti dei Mavericks dell'epoca: dal febbraio 1988 è co-ordinator della Football in the Community per lo Sheffield United. Il club in cui più di ogni altro è stato - e per sempre sarà - TC. Top Cat. Dal 2014, per il 125° anniversario della società, anche ufficialmente il miglior giocatore nella storia dei Blades.
Dal 2018 al Bramall Lane la South Stand
da 8 mila posti si chiama Tony Currie Stand.
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