182° Man Derby, the place to be


Per Ole ha un'importanza «massive».
Per Pep son tutti «so special».

Se lo dicono - e sentono così - loro, il vikingo norvegese di Kristiansund e l'hombre vertical catalano di Santpedor, che ne hanno sì la gran responsabilità ma che lì non sono nati né cresciuti, figuriamoci cosa signficihi, il derby, per il popolo Mancunian.

Tre milioni di fedeli che, per la metà blu o rossa del cielo sopra manchester, si dividono e spasimano any given day. Infrasettimanale o weekend che sia.

Come in questa stagione, che di Man Derby ne ha già vissuti tre, tutte vittorie esterne: 2-1 dello sfavorito United alla 16-esima di campionato, sabato 7 dicembre;  e la doppia semifinale di Coppa di Lega, secondo trofeo stagionale dei blu-cielo alzato domenica primo marzo a Wembley contro l'Aston Villa: 1-3 per il City all'Old Trafford all'andata martedì 7 gennaio; inutile 0-1 per lo United nel ritorno all'Etihad mercoledì 29 gennaio.

Quello di domenica 8 marzo sarà il 182-esimo della storia, e il quarto stagionale.

Come ha detto Guardiola, quest'anno è un po' diverso perchéle due mancunian corrono al pi per il secondo posto. Dietro "quelli là", che, a 35 miglia di M62, il campionato l'inseguono da trent'anni tondi tondi

Che cos'avrà mai allora di «enorme», di «speciale», questo United-City con vista-Europa: Solskjaer per ritrovare quella che più conta; Guardiola per riconquistarla, anche nel caso in cui l'UEFA confermi - in appello - l'esclusione emessa in primo grado.

Per questo, e per molto altro, il derby, a Manchester, è «the place to be».
E se lo dicono Ole e Pep...
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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