HOOPS MEMORIES - Thompson vs Gervin: Duel


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di CHRISTIAN GIORDANO © - Rainbow Sports Books ©

Nove aprile 1978, ultimo giorno di regular season: la sfida a distanza tra David Thompson di Denver e George Gervin di San Antonio produsse due delle più grandi prestazioni offensive nella storia della NBA. Entrambe avvenute in trasferta.

I Nuggets di Thompson giocavano a Detroit, nel Michigan, e fu subito chiaro che i compagni avrebbero fatto di tutto per aiutarlo a vincere il titolo di capocannoniere. David fece il suo, chiudendo il primo quarto a 32 punti, record NBA per un periodo di gioco. All’intervallo Thompson era già a 53, con 20 su 23 al tiro. Nella ripresa era un po’ raffreddato: "appena" 8 su 15, ma a fine partita il foglio delle statistiche recava «73», terzo risultato di sempre e primo dopo l'hors-catègorie Wilt Chamberlain.

Thompson, riconoscente, ringraziò pubblicamente i compagni: «Mi davano la palla e colpivo. Mi entrava di tutto, nel primo tempo. Ma in ogni caso non sarei riuscito a sostenere quel ritmo nel secondo, ero un po’ stanco». Cara grazia.

I Nuggets persero 139-137, David si disse dispiaciuto della sconfitta ma aveva lasciato l’arena convinto di aver ormai in tasca il titolo di milgior marcatore, visto che prima del match inseguiva Gervin di pochi centesimi di punto. George però aveva altre idee per la serata.

Quando, dopo poche ore, gli Spurs scesero in campo al New Orleans Superdome contro i Jazz (poi trasferitisi a Salt Lake City, nello Utah, nda), Gervin sapeva di dover segnare almeno 58 punti per scavalcare Thompson. No problem. Anche se i Jazz fecero di tutto per fermarlo, Iceman non si sciolse: e gli bastò un tempo per arrivare a un passo dal traguardo.

Segnò 20 punti nel primo periodo. E nel secondo infranse il record di Thompson – primato durato in tutto sette ore – infilandone 33. I 53 punti di Gervin non solo eguagliavano la prestazione nel primo tempo di Thompson, toglievano già all'intervallo ogni suspense alla sfida.

A dieci minuti dal termine del terzo quarto Gervin infilò i suoi punti numero 58 e 59, mettendo al sicuro il titolo. Doug Moe lo chiamò in panchina per fargli tributare la strameritata standing ovation e quando George rientrò, otto minuti dopo, i compagni smisero di cercare di servirlo a tutti costi. Gervin finì a 63 e gli Spurs persero 153-132.

Le medie realizzative finali furono di 27,22 per Gervin e di 27,15 per Thompson. Perdere così, per sette centesimi, non dev'essere gradevole. Ma se per Gervin quello sarebbe stato solo il primo dei suoi quattro titoli di capocannoniere, Thompson non ci sarebbe mai più andato neanche vicino.

Gervin e Thompson quell'anno furono le (scontatissime) guardie nell’All-Star Team, altro riconoscimento che David mai sarebbe più stato capace di ottenere. Unico e irripetibile come la loro corsa al titolo dei marcatori NBA 1977-78. La più entusiasmante che si ricordi.
CHRISTIAN GIORDANO


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