La Ligue 1 e il supremo torto di Stato


Più restaurazione che rivoluzione. 

Il Consiglio di Stato, massima istanza della giustizia amministrativa francese, ha respinto (con tanto di 3000 euro di spese processuali comminate al club-) il ricorso dell'Olimpique Lione di concludere il campionato, interrotto causa Covid-19 lo scorso 30 aprile; ha confermato i titoli del PSG campione di Francia in Ligue1 e del Lorient per la (storica prima volta) vincitore della Ligue 2 (e promosso assieme al Lens secondo classificato); bloccato le retrocessioni.

Accolta quindi la richiesta di Amiens e Tolosa, penultima e ultima in Ligue 1, che avevano definito "arbitraria" e "ingiusta" una retrocessione decisa a tavolino dal Consiglio di Lega a dieci giornate dal termine. 

Riassumendo: sospensione definitiva del campionato; retrocessioni congelate, e classifica cristallizzata in base a un indice di prestazione parametrato alle 28 giornate disputate da tutte le squadre tranne PSG e Strasburgo, che avevano una partita da recuperare.

Il blocco delle retrocessioni è stata deciso in forza della convenzione, con scadenza 30 giugno 2020, del format a 20 squadre.

Il giudice ha infatti sottolineato che le retrocessioni non potevano essere automatiche in quanto avrebbero comportato, si legge nel dispositivo, un "attacco serio e immediato" ai club interessati.

Ora quindi starà a Lega e Federazione rivedere il format della prima divisione che potrebbe così salire da 20 a 22 squadre.

Intanto il Lione, avversario della Juventus nel ritorno degli ottavi di Champions League, ha ripreso ad allenarsi. 

Settimo in campionato, per tornare in Europa (ma League) dovrà battere nella finale di Coppa di Lega il PSG campione di Francia. 

Più rivoluzione che restaurazione.

PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
martedì 9 giugno 2020

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