21 MAGGIO 2016: TEMPO PER GLI EROI


4 SETTEMBRE 2020


Ci sono date che restano cerchiate in rosso a vita nei calendari dei tifosi di una squadra. Il 21 maggio del 2016 è, per forza di cose, una delle date più importanti nella storia dell’Hibernian. Anzi, senza timore di smentita, possiamo tranquillamente dire che si tratta della più importante dal 1952, anno dell’ultimo titolo di Scozia, ad oggi.


La parata di Edimburgo che raccolse oltre 100.000 tifosi biancoverdi 
(foto Edinburgh Evening News)

L’incantesimo maledetto


La finale di Scottish da incubo contro gli Hearts nel 2012
(foto the Herald)

Fino al 2016, l’Hibernian aveva vinto due Scottish Cup: la prima nel 1887 battendo in finale il Dumbarton per 2-1 e la seconda nel 1902 vincendo sul Celtic per 1-0.

Poi più nulla. 10 finali perse in consecutive, di cui ben 4 contro il Celtic e soprattutto una persa malissimo (1-5) nel 2012 contro gli odiati rivali dell’Heart of Midlothian.

114 anni di astinenza. Un incubo. E dire che l’Hibernian nel frattempo non se l’era passata malissimo, militando in pianta (abbastanza) stabile in massima serie e vincendo 4 titoli nazionali e 3 Coppe di Lega.

L’Hibernian, peraltro, nella stagione 2015/2016 non era nemmeno in Premiership.

A causa di un incredibile spareggio playout nel 2014, perso ai calci di rigore contro l’Hamilton dopo aver vinto 2-0 in trasferta nella gara d’andata, gli Hibs erano retrocessi in Championship.

Nella prima stagione non erano andati oltre ad un dignitoso secondo posto, a distanza siderale (21 punti) dei concittadini degli Hearts.

Nell’anno in questione invece, i biancoverdi, il cui manager era Alan Stubbs ed avevano giocatori del calibro di John McGinn (ora all’Aston Villa) e Dylan McGeough, avevano lottato a lungo con i Rangers per il primo posto, abdicando proprio nel finale. In Scottish Cup, le cose andarono diversamente.

Percorso ostico ma vincente


Jason Cummings esulta sotto il settore ospiti nel replay del derby a Easter Road
(foto: Daily Record)

Nel trofeo per club più antico al mondo, le squadre delle prime due divisioni iniziano dal quarto turno preliminare. L’Hibernian pescò subito male, accoppiato all’ostico Raith Rovers, squadra della medesima categoria dei biancoverdi, e per di più in trasferta. Servirono una rete a testa di Malonga (ex Torino, Cesena, Foggia, Pro Vercelli e Vicenza in Italia) e Darren McGregor per aver meglio sui Rovers e passare al quinto turno.

Il sorteggio del quinto turno fu una scossa di adrenalina per i tifosi biancoverdi, visto che l’urna accoppiò gli Hibs ai rivali cittadini degli Hearts a Tynecastle.

La partita fu di una intensità mostruosa e gli Hearts, forti della categoria di differenza, chiusero il primo tempo in vantaggio per 2-0 grazie alle reti di Djoum e Nicholson. 

Partita finita? Macchè. Gli Hibs, grazie ad una grande reazione d’orgoglio, misero alle corde i maroon per buona parte della ripresa, dimezzando lo svantaggio a 10 minuti dalla fine con un gol di Jason Cummings e realizzando la rete del pareggio che fece esplodere l’away stand nei minuti di recupero grazie a una zampata in mischia di Paul Hanlon.

Il replay a Easter Road venne deciso, dopo una manciata di minuti dal fischio di inizio, da Jason Cummings, che esultò in faccia al settore ospiti granata inferocito.

Nei quarti di finale all’Hibernian toccò un’altra squadra di Premiership, l’Inverness Caledonian Thistle, e ovviamente servirono due partite per superare il turno. Nel match di Easter Road gli Hibs passarono in vantaggio con Jason Keatings, ma furono raggiunti nel finale da una rete di Mbuyi-Mutombo.

Nel replay nella capitale delle Highlands, una doppietta di Anthony Stokes (ricordatevi questo nome…) diede il doppio vantaggio agli Hibs e a nulla valse la rete della bandiera rossoblù di Vigurs.

In semifinale gli Hibs trovarono il Dundee United e il sorteggio tutto sommato non andò nemmeno male, visto che dall’altra parte si sfidarono il Celtic e i Rangers. 

I Tangerines in quella stagione vissero una situazione societaria, e di conseguenza finanziaria, molto difficile, che li portò a retrocedere in Championship dopo 20 anni.

L’eroe di quella semifinale fu senza ombra di dubbio Conrad Logan, portierone irlandese di 104 kg, che parò 3 tiri degli attaccanti arancioneri, giunti a tu per tu con lui, e soprattutto due calci di rigore nella lotteria conclusiva, regalando la finale di Scottish Cup all’Hibernian.


Conrad Logan esulta dopo l’accesso alla finale 
(foto: Edinburgh Evening News)

Una finale indimenticabile

Il Il capitano David Gray esulta al termine della finale 
(foto: AS English)

La finale Rangers v Hibernian, se possibile, fu ancora più bella di quella incredibile ed emozionante strada che gli Hibs percorsero per arrivarci. Se lo diciamo ci dovete credere, visto che quella scalata fu davvero incredibile e ricchissima di partite al cardiopalmo e decise nei minuti finali.

Per iniziare vi diciamo subito che si trattò di una finale unica, visto che mai due squadre di categoria diverse dalla Premiership si erano trovate nell’atto conclusivo di Scottish Cup.

In campo lo spettacolo fu unico e possiamo tranquillamente inserire questa finale tra le tre più belle del nuovo millennio.

Gli Hibs partirono davvero forte e passarono in vantaggio con Anthony Stokes dopo appena 3 minuti. I Rangers pervennero al pareggio con una rete realizzata di testa dall’ex Kenny Miller, ma nel frattempo Stokes stava terrorizzando il portiere dei Rangers, Wes Foderingham, calciando ripetutamente verso la sua porta e colpendo un palo clamoroso. Si andò al riposo sull’1-1, ma l’impressione è che ai punti gli Hibs potevano tranquillamente essere avanti.

Iniziò la ripresa e, come spesso accadde in passato, l’Hibernian andò sotto nel momento topico della gara, questa volta con una rete di Andy Halliday: i tifosi biancoverdi si sentirono di fronte ad un film già visto troppe volte.

Gli Hibs si buttarono a testa bassa verso la porta dei Gers, porta che tuttavia sembrò davvero stregata. Fino a quando non accadde il miracolo.

Minuto 80: calcio d’angolo battuto da Liam Henderson, colpo di testa vincente di Anthony Stokes (sempre lui…). 2-2: gli Hibs erano ancora vivi.

Minuto 92: calcio d’angolo battuto da Liam Henderson, colpo di testa vincente di capitan-David Gray. 3-2: gli Hibs erano ad un passo da un sogno lungo 114 anni.
Al fischio finale, l’esposione di gioia venne accompagnata da un’invasione di campo di moltissimi tifosi biancoverdi, alla quale seguì l’invasione di risposta dei tifosi dei Rangers, che tutto volevano meno che vedersi esultare in faccia una tifoseria con delle bandiere irlandesi, e ne seguirono degli scontri sul terreno di gioco.

Poco importa: dal punto di vista calcistico quella giornata fu storica per gli Hibs che non vincevano la Big Cup dal 1902. E il famoso Sunshine on Leith, inno dei tifosi biancoverdi, quel giorno venne cantato a squarciagola da 25.000 innamorati pazzi di gioia.

Ancora oggi, a Easter Road, c’è ancora la gigantografia che immortale il momento storico in cui David Gray alzò la Scottish Cup in quel 21 maggio 2016…

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