Pogačar storico, il Dončić a pedali: siamo tutti testimoni
Storia. In quest'abbraccio - fra l'ex padrone in giallo Primož Roglič e Tadej Pogačar - c'è tutto: il terzo grande Giro sfumato (dopo Tour '18 e Giro '19) per il 31-enne sloveno, e l'incredulità del suo giovane erede. Per di più, connazionale. Il Luka Dončić a pedali.
Con una cronoscalata mostruosa l'esordiente secondo più giovane vincitore di sempre - 22 anni, li compirà lunedì 21 settembre - ha ribaltato il Tour, suo al debutto come solo sette grandissimi:
Robic '47, Coppi '49, Koblet '51, Anquetil '57, Gimondi '65, Merckx 69 (sue tutte le maglie, quasi come Pogacar, cui è sfuggita solo la verde di Sam Bennett), fino a Hinault '78 e Fignon '83.
Per 4 volte su 4 a La Planche des Belles Filles era cambiata la maglia gialla: da Cancellara a Wiggins 2012, da Gallopin a Nibali 2014, da Thomas a Froome 2017, da Alaphilippe a Ciccone 2019.
Ma forse nemmeno lui, Tadej, avrebbe scommesso contro i 57" che doveva recuperare a Roglic. Invece, oltre a quelli gliene ha rifilati altri 59".
Mai visto un Roglič così a disagio: dal cambio-bici tardivo e goffo al nuovo casco tutto storto.
Pogačar ha chiuso i 36,2 in 55'55" alla media di 38,8 km orari; a 1'21" l'ex iridato Dumoulin, quarto a 1'31" Van Aert, cioè i super compagni di Roglič; in mezzo, Richie Porte (anche lui a 1'21"), a 35 anni primo podio nel suo ultimo grande giro da capitano.
Infine, menzione d'onore per il miglior italiano: Damiano Caruso, settimo al traguardo e decimo nella generale correndo per Landa, il basco quarto nella generale.
Per Covid-19 e nuova era, un altro Tour già storico. Dopo Bernal, Pogacar. Ne siamo tutti testimoni.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
sabato 19 settembre 2020
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