Christian Streich, il professore del Friburgo



di Roberto Brambilla
Bundesitalia.com - 7 gennaio 2021

Nella stagione 2020/2021 è l’allenatore che guida da più tempo un club della Bundesliga. Lo scorso dicembre ha festeggiato il traguardo dei 9 anni alla guida dello stesso club. E ha iniziato il 2021 centrando la quinta vittoria consecutiva (non ci era mai riuscito in carriera), che ha portato il Friburgo nuovamente a ridosso della zona-Europa. Christian Streich, 55 anni lo scorso giugno, è, ed è stato, tanto altro. In campo e soprattutto fuori.

Prima di sedersi in panchina, Christian, figlio di un macellaio come Uli Hoeneß, cresciuto a Eimeldingen, estrema punta sud-occidentale della Germania, a pochi passi dal confine con Francia e Svizzera, è stato un discreto centrocampista tra gli anni Ottanta e Novanta. 

Una decina di presenze in Bundesliga con l’Homburg nella stagione 1989/90 e un’onesta carriera tra Stuttgarter Kickers e Friburgo

Qui veste le maglie del Freiberger FC, la più vecchia squadra della città e del Friburgo, dividendo lo spogliatoio con Souleymane Sané, padre di Leroy e con Joachim Löw, futuro ct della Nazionale. 

A 25 anni, lui, che aveva completato un percorso di formazione in una scuola professionale a indirizzo commerciale, si diploma e all’università studia germanistica, storia e sport per diventare un insegnante.

Streich in cattedra non ci andrà mai, anche se dal 1995 la dirigenza del Friburgo gli affida la panchina degli A-Junioren, la massima categoria giovanile

In 17 anni conquista tre coppe nazionali e nel 2008 il titolo di campione di Germania. Ma oltre a vincere Christian forma uomini e calciatori. Insegna il gioco, e valori. E poi ascolta e si fa ascoltare. È un Menschenfänger, letteralmente uno che “cattura” emotivamente i suoi uomini. Tra i giocatori che sono cresciuti con lui Oliver Baumann, Ömer Toprak e Dennis Aogo, che lo ha definito a più riprese un “secondo padre”.

Nel dicembre 2011, dopo solo 3 vittorie nel girone d’andata, la dirigenza esonera Markus Sorg e affida la panchina della prima squadra a Christian Streich, all’epoca suo assistente. Da quel posto non si è più alzato. 

In 9 anni ci sono stati alti, come le due qualificazioni in Europa League (la prima dopo un sensazionale quinto posto nel 2013/2014), ma anche bassi come la retrocessione nel 2014/2015

Nel mezzo Streich, insieme con i diesse Jochen Saier e Klemens Hartenbach, quest’ultimo ex compagno di squadra ed ex coinquilino del tecnico, quando entrambi giocavano, anche quest’anno ha costruito una squadra che gioca bene e che sa divertire. Come l’anno scorso. Come nelle altre stagioni passate.

In più ha lanciato giocatori come il portiere Alexander Schwolow, i fratelli Schlotterbeck, ha coltivato talenti come Maximilian Philipp e Matthias Ginter, Vincenzo Grifo e Robin Koch, rivitalizzando un giocatore come Nils Petersen, il miglior Joker della Bundesliga nonché marcatore di sempre del club, superando l’ex compagno di Streich, Joachim Löw

Christian Streich oggi vede il suo contratto in scadenza nel giugno 2021, ma l’intenzione della società è di rinnovare. E mantenerlo ancora a lungo, arrivando a dieci anni e oltre.

Streich però non è diventato famoso solo per gli ottimi risultati sul campo – tra i suoi ammiratori c’è Jupp Heynckes, che nel 2013 gli ha simbolicamente ceduto lo scettro di miglior allenatore di Germania, dopo aver vinto il triplete – o per le sue incredibili e spontanee esultanze, ma anche per quello che fa e che dice fuori del campo. 

Arriva allo stadio in bicicletta, di tanto in tanto non disdegna una sigaretta, a ogni interlocutore che viene al centro sportivo del Friburgo chiede da dove venga e che cosa faccia, raccomandandosi, quando si congeda, di fare attenzione nel viaggio di ritorno. 

Le sue conferenze stampa, sempre in bilico tra il tedesco standard e il dialetto svevo, sono un evento, tanto che il Badische Zeitung, tra il 2012 e il 2014 ha compilato una rubrica con le migliori frasi del tecnico; che non è mai banale. Anche quando parla di altro. 

Nella nostra Guida alla Bundesliga 2019/20 (acquistabile e consultabile qui) le avevamo raccolte. Anche se ha raggiunto il grande pubblico per ‘colpa’ dello spintone di David Abraham.

Christian Streich, cresciuto nell’ambiente tradizionalmente progressista di Friburgo e che dice di aver imparato come trattare le persone quando aiutava il padre con i clienti della sua macelleria, non ha paura a esprimersi su temi come il razzismo, la politica (nota la sua poca simpatia per AfD, partito di estrema destra), l’attualità. Nel 2017 è stato eletto personalità calcistica dell’anno dalla rivista specializzata Kicker. Lui però rimane modesto.

“Se mi conoscessero nel privato e lavorassero con me ogni giorno, probabilmente non vincerei premi. Faccio sbagli, come tutti”.

Ma a Friburgo lo amano a prescindere, anche quando commette errori.

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