Quella bici Piranha, di Battaglin e Fir, che non prese mai il via



Il nome è quello di un pesce, Piranha, la bicicletta con cui si è presentato Roberto Visentini al prologo del Giro d’Italia del 1985, a Verona. 

Ma quei sei chilometri e seicento metri non sono mai stati percorsi da quella bicicletta. I giudici, quando videro quella ruota davanti così strana e panciuta, vietarono al corridore bresciano di utilizzarla. 

Uno schiaffo alla tecnologia messa in campo da Giovanni Battaglin e dalla FIR di Giovanni Arrigoni

La geometria era quella degli anni Ottanta, con la ruota anteriore di diametro inferiore rispetto alla ruota posteriore. Manubrio a corna di bue e scocca aerodinamica in fibra di carbonio. 

Non pensatela leggera. La Piranha pesa, e pure parecchio. Ma si trattava di un problema relativo per una bicicletta destinata a correre in pianura e a superare le forme classiche dovute ai tubi ancora, quasi esclusivamente, in acciaio. 

Rivoluzionaria, così come il concetto della ruota elaborata con quella forma per riparare, aerodinamicamente, le gambe del ciclista. Ma la sua storia è terminata ancora prima di nascere.

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