A Novara "W" il cuore di Weylandt e Merlier


Il segno della doppia vu. E anche del cuore. Dieci anni dopo che si è fermato quello di Wout Weylandt. 

Tim Merlier, quel maledetto 9 maggio 2011, era un 19-enne fiammingo che davanti la tv sognava, un giorno, di passare pro’.  Due lustri dopo, alla prima tappa in linea, al debutto in un grande Giro, gli ha dedicato la vittoria. La sua terza stagionale, la più importante nella carriera. 

Dopo 179 km di passeggiata di buona lena dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi, a Novara il velocista della Alpecin Felix - che nelle Fiandre clamano "Merlìr" e in Vallonia "Merliè" - ha messo in fila nientemeno che due tricolori campioni d’Europa, quello attuale Giacomo Nizzolo e l’ex, Elia Viviani. E persino Dylan Groenewegen, al primo sprint a 277 giorni dal terribile incidente con Fabio Jakobsen del 5 agosto al Giro di Polonia, e il tre volte iridato Peter Sagan. 

Un belga non vinceva al Giro da un altro Tim fiammingo, Wellens nel 2018 a Caltagirone, non per caso la "Liegi di Sicilia". 

L’altra corsa, quella dei big, si nasconderà fino a martedì a Sestola. Intanto spicca il rosa-schocking di Filippo Ganna, che ai -25km, al traguardo volante di Vercelli, va a sprintare in doppia coppia col compagno Moscon sull’attonito Remco Evenepoel e Iljo Keisse, il duo della Deceunink - Quick-Step. 

E poi scorta, come il più umile dei gregari, il suo capitano Egan Bernal fino al traguardo. Dove al Giro nessuno vedrà mai più il dorsale 108, né mai lo dimenticherà. Quella doppia vu è il segno del cuore. Il cuore di Wout Weylandt. E di Tim Merlier che i fiamminghi chiamano "Merlìr" e i valloni "Merliè".

DA NOVARA, PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO




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