Un'altra vita da Damiano


Una vita da Damiano. E un’altra, la seconda, da campione.

L’epifania ai -6,5km dalla vetta della durissima Alpe Motta. Penultimo atto di un Giro da sogno. La pacca sulla spalla al compagno Pello Bilbao, un gesto che fa capire quanto grande sia il cuore di questo ragazzo, che, a 33 anni, s’è scoperto capitano. E che non dimentica chi e cosa è sempre stato e sempre sarà.

È in quel gesto, semplice e non scontato, che c’è tutto il nuovo Damiano Caruso, più ancora che il traguardo a braccia alzate dopo la tappa della vita.

Vinta con 24” sulla maglia rosa Egan Bernal, che a 24 anni ha - di fatto - conquistato il suo secondo grande giro in tre anni; e 35 sull’altro colombiano Daniel Martinez, fondamentale per il successo della Ineos Grenadiers.

Podio e gerarchie paiono definiti: Bernal ha 1’59” su Caruso e 3’23” su Yates, che ha pagato l’impresa del giorno prima sull’Alpe di Mera.

Per Damiano, prima che il sogno diventi realtà, manca ancora la crono di 30 km da Senago a Milano. 

Caruso - l’anno scorso decimo al Tour e al mondiale di Imola - però è uno che ha già vinto la cronosquadre sia al Tour (nel 2018) sia alla Vuelta (nel 2017). I suoi unici grandi successi prima dell’Alpe di Motta.

Per recuperare (e non svegliarsi) gli basterà dormirci sopra. Sopra il giorno di campione che uno ha.

Dall’Alpe Motta, per Sky Sport 24, Christian Giordano
Sabato 29 maggio 2021

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