Così Van tutti: Ala, MvdP, Wout & "Taeddy", il Tour dei fenomeni
Doppia scalata al Mont Ventoux, l'ultima crono e la volata - regale - sui Campi Elisi, a 26 anni, per Wout Van Aert.
Il secondo Tour su due a 22 anni e 300 giorni per Tadej Pogačar, e altro tris di maglie: gialla, bianca e a pois.
Neanche la cena di gala, e i due voleranno per sfidarsi a Tokyo.
Dietro il baby-Cannibale sloveno, con distacchi d'altri tempi, la 24enne rivelazione Jonas Vingegaard (a 5'20") e Richard Carapaz (a 7'03", secondo danese dopo il dimenticabile Bjarne Riis e primo ecuadoriano sul podio a Parigi.
Un Tour 108 già nella storia, il secondo dell'èra-Covid. Con la più degna delle conclusioni.
E c'è pure qualche buontempone che straparla di Grande Boucle noiosa.
Alaphilippe subito in giallo per il baby Nino a Brest.
L'impresa sul Mûr-de-Bretagne in lacrime per nonno Poupou Poulidor e i sei giorni da leader di van der Poel.
Il poker di volate della maglia verde Mark Cavendish, che aggancia a 34 vittorie Merckx e per staccarlo dovrà riprovarci a 37 anni nel 2022.
La crono di Laval che già alla quinta tappa indirizza il back-to-back di Pogačar.
La doppietta in fuga di Matej Mohoric, dopo la grande paura al Giro. Ma soprattutto le triplette loro: Van Aert e Pogačar.
Siamo fortunati e dobbiamo ripeterci: viviamo un ciclismo nuovo ed epocale. Con una generazione di fenomeni. Fenomeni veri.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
domenica 18 luglio 2021
Fenomeni veri. Mi fido della tua sensazione. Certo, hanno un merito epocale: aver distrutto la noiosissima era dei "treni" che portavano in carrozza dei regolaristi fino alla penultima curva. Questi "fenomeni" attaccano spesso, a volte sembrano persino scriteriati, non si risparmiano, danno spettacolo. E mancava Evenepoel...
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