FOOTBALL PORTRAITS - Giroud, il Sottovalutato: il destino dello scorpione
di CHRISTIAN GIORDANO ©
«Non scherziamo, quello è un go-kart, io sono una Formula Uno».
Nella perfida battuta di Karim Benzema, il karma letale: sottovalutato per destino, Olivier Giroud.
Sempre all'ombra di attaccanti - ritenuti - più glamour, proprio lui che considera David Beckham un'icona di stile. Eppure, capace di colpi (dello scorpione) così.
Uno che in area sa fare tutto, soprattutto gol: 235 in 583 presenze nei club più i 46 in 110 con la Francia. Non serve la calcolatrice, si fa a occhio: uno ogni due partite.
Didier Deschamps, forse immemore che i mondiali coi Bleus li ha vinti con Stéphane Guivarc'h e, appunto, Giroud, per far posto a Karim The Dream con Mbappé e Griezmann, s'è forse giocato gruppo ed Europeo.
Troppe Formula Uno e nessun go-kart.
Arsène Wenger l'aveva capito già nel 2012 quando lo prese 26enne dal Montpellier per l'Arsenal, come ha scritto nella sua ultima autobiografia, La mia vita in bianco e rosso: «Era il miglior cannoniere del campionato francese. Meritava grande rispetto, perché nei momenti decisivi potevamo sempre contare su di lui. In prospettiva, avrebbe fatto una grande carriera».
Dopo il decennio londinese – 60%-e-40% fra Arsenal e Chelsea – si può dire che l'ha fatta, ma forse non come avrebbe meritato – specie in un'epoca di "falsi nueve" e nove presunti – un centravanti così moderno da apparire antico.
Come il testamento del Salmo 23 che lui, cattolicissimo, s'è fatto tatuare – in latino – sul braccio destro. "Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla».
Un po' più di fiducia in lui però non sarebbe guastata. Si vede che era destino. Il destino dello scorpione.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
lunedì 19 luglio 2021
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