Tutti in piedi: il doppio Ventoux di Van Aert
"Forse la più grande impresa della mia carriera". Un'impresa lunare come lo scenario - apocalittico - del "dio del male". Il Mont Ventoux
Solo chi c'è stato può capirlo, per poi - come disse Merckx, che lo domò nel '70 - mai più tornarci.
A soli 26 anni, Wout Van Aert ha già vinto una monumento come la Sanremo, classiche su ogni terreno come Strade bianche, Wevelgem e Amstel, tre mondiali nel cross.
Ma un numero così no, non l'aveva fatto mai.
Perché mai si era scalato - due volte, nella stessa tappa, da due versanti (Sault e il più nobile Bedoin) - il "gigante della Provenza, il Monte Calvo, il .
Ai -33 il campione nazionale belga lascia lì il francese Kenny Elissonde, poi secondo davanti al suo compagno olandese (nella Trek-Segafredo) Bauke Mollema. E si fionda in discesa fino all'arrivo di Malaucene dopo 198,9km.
Dietro, ai -22 il danese Jonas Vingegaard, suo compagno nella Jumbo Visma che dopo Primosz Roglic ha perso per caduta pure Tony Martin, attacca la maglia gialla Pogacar, per la prima volta forse meno brillante.
Lo sloveno sale sul suo passo, va a riprenderlo in discesa rimontandogli 45" e poi gli scatta in faccia per il quarto posto davanti a Uran e a Carapaz, gli altri big da podio della generale.
Alaphilippe, van der Poel, Pogacar. mancava solo van Aert.
Tutti in piedi, anche sui pedali, per il Tour della generazione di fenomeni.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
mercoledì 7 luglio 2021
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