Buitrago studia da Bernal, fino a Verona sarà Fab Four


Dalle lacrime di Cogne, secondo solo a un super Giulio Ciccone alla 15esima; all'urlo e al sorriso per il suo storico primo successo World Tour e al Giro, il 32esimo nella storia per un colombiano.

Signore e signori, Santiago Buitrago Sánchez, a 22 anni piccolo grande progetto di campioncino. L'ennesimo diamante grezzo scovato e rifinito dalla premiata ditta Paolo Alberati-Maurizio Fondriest-Andrea Bianco lungo lo stesso percorso siciliano di un certo Egan Bernal.


Anche Buitrago è scalatore puro. E da buon escarabajo cafetero, dopo l'atavica caduta in discesa, è in salita che va a prendersi la 17esima tappa, la Ponte di Legno-Lavarone di 168 km con Tonale, Vetriolo e il terribile, inedito Manador, 9,9 km al 7,9% medio che, alle spalle dei fuggitivi, il gruppo dei big con la maglia rosa Carapaz ha percorso a 18,5 km orari.

Esauritosi il consueto show con crisi finale di Mathieu van der Poel, Buitrago ha prima ripreso e poi, ai -8, staccato l'olandese Gijs Leemreize e poi è volato via in solitaria fino al traguardo.


Alle sue spalle, tanto rumor per nulla eccetto che per João Almeida che perde 1.10, scivola a 1'54" e viene buttato giù dal podio da Landa, ora terzo a 1':05" dal Carapaz, che mantiene i tre secondi sull'australiano Jai Hindley. I tre gradini di domenica Verona, a meno di cataclismi imponderabili, sarà affar loro.

Il tricolore si consola con i super vecchietti da top ten, Nibali e Pozzovivo, e chissà che da qui alla fine non ci scappi un altro acuto.

Il Giro è la nostra festa di maggio, e prescinde dal passaporto. Se poi è ben disegnata come quest'anno, c'è solo da godersela. E da applaudire.

PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
mercoledì 25 maggio 2022

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