Hirt sull'Aprica, Hindley fa paura e João forse di più
Ha aspettato 31 anni, ma ne valeva la pena. Primo successo nei grandi giri per il ceco Jan Hirt, e che successo: lo scalatore ceco se l'è regalato al via della terza e ultima settimana, vincendo in solitaria il tappone di 204 km da Salò all'Aprica, un ottovolante da 5250 metri di dislivello e dentro il Crocedomini, il Mortirolo dal versante di Monno, e il gran finale sul Santa Cristina, che mancava al Giro dal 1999 e "Montagna Pantani" di questa edizione.
Quinto acuto in carriera per Hirt, che nel 2019 - sempre alla 16esima - era arrivato secondo a Pontedilegno nella tappa con il Mortirolo vinta da Ciccone, che stavolta ha pagato le fatiche di Cogne e s'è visto solo allo sprint per i punti della maglia azzurra.
Proprio da Pontedilegno partirà invece la 17esima tappa, altro tappone con 3 GPM - Tonale, Vetriolo e il terribile Manador - per capire quanto salde saranno le gerarchie.
I tre big più forti in salita - la maglia rosa Carapaz, Hindley e Landa - tutti insieme appassionatamente hanno rifilato a João Almeida appena quattordici secondi. E quattro, andando a sprintare per l'abbuono, ne ha rosicchiati l'australiano Hindley all'ecuadoriano in rosa.
Dietro, Oscar alla sfortuna per Pozzovivo: caduto (appena iniziata la discesa dal Mortirolo) per un problema idraulico nei freni a disco, ha perso un minuto e un brillante Nibali lo ha scalzato - per otto secondi - al quinto posto: lo Squalo è ora a 3'40" dal leader.
I top four - racchiusi in 59" - sembrano fuori portata. Ma questo splendido Giro è una corsa a eliminazione. E nel weekend che porta a Verona, con il maltempo pronto a dare il cambio all'afa, le gerarchie potrebbero esser scritte... sotto l'acqua.
PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
martedì 24 maggio 2022
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