Jungels alle Porte del sole, dopo due anni di buio


Un'attesa lunga due anni, quella di - e per - Bob Jungels. Il miglior Bob Jungels.

L'erede designato dell'ultimo grande lussemburghese Andy Schleck, forse non per caso l'ultimo suo connazionale a vincere una tappa al Tour, sul Galibier nel 2011.

Per Bob, a Châtel Les Portes du Soleil è invece la prima in carriera alla Grande Boucle, dopo un paio di stagioni da incubo per una endofibrosi dell’arteria iliaca - la stessa patologia sofferta da Fabio Aru - che giusto un anno fa gli aveva fatto saltare il Tour.

Già col settimo titolo nazionale a crono in giugno e col nono posto il giorno prima a Losanna, s'era visto che aveva la gamba giusta.

E nella nona frazione se n'è andato alla sua maniera, come nella vittoriosa Liegi del 2018.

Alle sue spalle, inutile il forcing di Thibaut Pinot di regalare ai francesi il primo successo in questo Tour.

Jungels, trent'anni il prossimo 22 settembre, dopo sessanta km di fuga solitaria, ha colto la 25esima vittoria in carriera. E l'attimo per tornare quello delle due maglie bianche consecutive al Giro, 2016 e 2017, quando vinse pure la tappa di Bergamo. 

Nella prima tappa alpina, si piazzano due spagnoli - Jonathan Castroviejo e Carlos Verona - poi Pinot.

E la maglia gialla Tadej Pogačar, va a sprintare, tallonato da Jonas Vingegaard, per rosicchiare tre secondi agli altri big della classifica.

Alla vigilia del secondo riposo e del trittico che porterà all'Alpe d'Huez, il Tour entra nel vivo.

E la rinascita di Jungels alle Porte del sole, dopo due anni di buio, è già una delle sue storie più belle.

PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
domenica 10 luglio 2022 

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