Sul Peyragudes, l'orizzonte del decennio: Jonas vs Tadej, nemici mai


Questa è la linea dell'orizzonte. L'orizzonte di un duello generazionale: dallo scorso, per questo e chissà per quanti altri prossimi Tour.

Sul Peyragudes, secondo tappone del trittico pirenaico, a Tadej Pogačar la vittoria di giornata, e a Jonas Vingegaard un'altra fetta di quella che lo aspetta a Parigi.

Prima però ci sono Hautacam e, il penultimo giorno, la crono d'altri tempi a Rocamadour.

Frazione spettacolare, la 17esima, come tutta questa Grande Boucle. Il caldo dà una leggera tregua, ma Pogačar vuole corsa dura; e il suo fido Brandon McNulty fa la corsa della vita.

Cadute e Covid hanno decimato il plotone, e non vale più nemmeno l'alibi della squadra: non è vero che Pogačar non ce l'ha. Il 124enne americano di Phoenix va riprendere i fuggitivi e disarciona tutti di ruota.

Tutti meno due: il suo capitano e la maglia gialla Vingegaard attaccato come una cozza allo scoglio sloveno.

Pogačar ci prova a staccarsela ai -20,3 in cima al Val Louron: niente, il danese è sempre lì.

E, ai -300 metri, defilatosi il monumentale McNulty, va a giocarsi la volata sulla rampa al 16% che porta in vetta e all'arrivo.

La vince Pogačar, terzo successo in questo Tour, il nono in tre partecipazioni, 20esima top five e 13esima vittoria sulle 35 stagionali della UAE.

Grazie agli abbuoni, Tadej rosicchia 4" alla maglia gialla, che ora ha 2'18" sull'amico-rivale e 4'56" su Geraint Thomas. L'unico che, oltre quei due, si intravede all'orizzonte. Ma, a 36 anni, già di un'altra generazione.

PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
mercoledì 20 luglio 2022

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