Giro '23: colpo in Ganna, fenomeno vero per il dopo-Nibali


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Giro d’Italia 106. Il primo senza più Vincenzo Nibali.

E con settanta km a cronometro (sui 3448,6 totali), con la concreta speranza di rivedere un fenomeno, è il caso di dirlo, mondiale: Pippo Ganna.

Il pubblico appello arriva direttamente dal patron del Giro, Mauro Vegni: "Quest'anno mi hanno chiesto come mai Ganna non... E io ho sempre detto: uno che ha vinto cinque cronometro in fila al Giro d'Italia, era anche giusto che provasse qualche cosa di diverso: andare al Tour. Ora l'ha fatto, il Tour. Quindi... lo aspettiamo".

Dopo 22 anni, seconda Grande Partenza dall’Abruzzo e, dopo tre tappe, vi si ritorna alla Settima con lo spettacolo del Gran Sasso e l’arrivo a Campo Imperatore. Con 218 km la tappa più lunga.

Il percorso – presentato nel rinnovato Teatro Lirico Giorgio Gaber a Milano - è meno duro rispetto quelli degli ultimi anni, ma si annuncia altrettanto spettacolare.

Di sicuro è moderno, equilibrato: un Giro che mixa lo spirito – e le esigenze – dei tempi e fa da ponte per il futuro. Ma senza scimmiottare il Tour, che resta altro pianeta.

Ventun tappe, due riposi, 51.300 mila metri di dislivello e sei arrivi in quota ma mai salite oltre i 2500 di altitudine, uno sconfinamento all’estero - a Crans Montana, in Svizzera, col Gran San Bernardo, a 2469 metri Cima Coppi di questa edizione.

Quattro le frazioni per velocisti, compreso il gran finale a Roma, stavolta senza sampietrini.

Subito prima, il trittico dolomitico con l’omaggio a Longarone, nel sessantesimo anniversario del Vajont e l’arrivo sulle Tre Cime di Lavaredo. E la cronoscalata con l’inedito Monte Lussàri con 14% di pendenza media e 22% di massima.

Lì si deciderà il successore di Jay Hindley, primo australiano vincitore in rosa. 
Il primo vincitore del dopo-Nibali.

DA MILANO, PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
lunedì 17 ottobre 2022

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