Adeus "O rei", il mondo veglia Pelé


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Tre giorni di lutto nazionale nel Paese. E addirittura sette a Santos, la città in cui ha giocato per 14 anni, dal 1957 al 1974. Così, nel modo più sentito e dovuto, il Brasile - "O país do futebol" si congeda da Pelé che del futebol è stato - e in eterno sarà - "O rei".

Pelé detestava le veglie, e aveva paura soltanto della morte.
I migliaia in coda non potranno sostare vicino alla bara e neanche fotografarla.
Allo stadio del "suo" Santos, ufficialmente l'"Urbano Caldeira", ma per tutti "Vila Belmiro", che ne ha ospitato il feretro scoperto (e che per rispetto mostriamo solo a distanza), col suo mito esiste - e resiste - quello del suo armadietto, rimasto chiuso dal suo addio al club.


Neanche Clodoaldo, suo compagno per nove anni nel "Peixe alvinegro" e cinque col verdeoro della Seleção, ha mai saputo cosa contenesse: "Ogni volta che qualcuno glielo chiedeva, Pelé rispondeva sempre: 'Niente, non c'è niente'. Non so cosa succederà. Questa attesa deve finire. Sarà una sorpresa sapere cosa ha lasciato come ricordo per noi tifosi. La curiosità è enorme".

Pur in tutt'altre faccende affacendato, non poteva mancare il neopresidente Lula, il cui primo atto dall'insediamento è stato abrogare i decreti del precedessore Jair Bolsonaro.
Comprese le misure che facilitavano l'accesso alle armi e la revisione, entro 30 giorni, per desecretare le informazioni sulla precedente amministrazione.
In più ha ordinato ai ministri un piano per interrompere la privatizzazione di aziende pubbliche come la Petrobras del petrolio e la Correios per le poste.

Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha già richiesto il minuto di silenzio alla ripresa di ogni campionato. E rivolto alle 211 federazioni affiliate l'invito affinché in ogni nazione ci sia - a imperituro ricordo di tanta grandezza - almeno uno stadio intitolato a Pelé: 

"I giovani di tutto il mondo, le generazioni future, devono sapere e ricordare chi era Pelé. E la gioia che Pelé ha portato al mondo. È importante avere uno stadio dove si gioca, si fa gol. E che i bambini tra 20, 30, 50, 100 anni, quando segneranno gol allo stadio "Pelé", in qualsiasi paese del mondo, e si chiederanno, 'chi era Pelé?'".

Ora sapranno cosa rispondere. 
Se Garrincha era l'"alegria do povo" (la gioia del popolo), "O rei" lo è stato del futebol.

PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
lunedì 2 gennaio 2023

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