RIP Trevor Francis, One in a Million



"One Million Pound Football Player".
Trevor Francis, il primo nel Regno Unito a costare un milione di sterline.

Il Birmingham City, club che lo aveva cresciuto, s'era impuntato.
Brian Clough, furbo nell'evitargli l'etichetta ma al contempo fiutandone la mediaticità, per averlo al Nottingham s'impunto anche lui: 999,999 pounds; 975 mila al Birmingham, che più tasse e commissioni portavano il totale a 1.150.500 sterline. Era il 9 febbraio 1979.

"Venduto come un Rembrandt all'asta in una galleria d'arte", strillò a titoloni il Guardian.
Mai oltremanica si era arrivati alle sette cifre, con gli infortuni l'altra croce e delizia di un burbero gentleman nato per far - e far fare - gol. E non ancora 25enne.

Sin lì, solo un club si era spinto fino alla metà, il West Bromwich Albion, che poche settimane prima ne aveva spese 516 mila per David Mills, attaccante del Middlesbrough.

"Ho giocato nei pro' per 23 anni fino ai 39, 52 partite con l'Inghilterra in nove anni, ho vinto due Coppe Campioni col Nottingham Forest, ma ogni volta mi presentano così, come se non avessi fatto altro nella mia carriera".


Raccontata in due autobiografie: Anatomy of a £1 Million Player, scritta con Rob Hughes,  instant-book del 1980; e nel 2019 la definitiva One in A Million, curata da Keith Dixon, già coautore nel 2015 di quella di Paul Robinson: "Roobo" - Unsung Hero. E cominciata peraltro prestissimo.


Nato il 19 aprile del 1954 a Plymouth, nel Devon, sud-est dell'Inghilterra, nel luglio del '69 era entrato da schoolboy (praticante) al Birmingham City, 350 km più a nord.

Nel settembre del 1970 - a 16 anni e 139 giorni - debuttava nella trasferta al Ninian Park contro il Cardiff City.

Contro il Bolton, segna lui tutti e quattro i gol.

Veloce, tecnico, capace d'inventarsi gol dal niente, e bello e brusco ma gentile in un football, nei Seventies, zeppo di mavericks, pare un predestinato. Lo sarà - anche - per gli infortuni.

Nel '77 il primo di quei 52 caps (e 12 gol) con la nazionale.

Nel '78 la NASL negli States con i Detroit Express per poi tornare in patria. E fare avanti indietro sull'Atlantico in offseason anche ai tempi del Forest. "L'unica parte che non mi soddisfa al 100%", dirà poi Cloughie della clausoletta inserita in quello storico affare. 

Il 30 maggio 79, neanche 4 mesi dopo, ripaga il Forest per quel milione col gol al Malmö che vale la prima delle due Coppe dei Campioni consecutive.

Ma è lì, al Nottingham, che cominciano i guai fisici che lo perseguiteranno poi anche al Man City, nei 4 anni alla Samp e l'unico all'Atalanta (poi scesa in B, 21 gare e un gol alla Fiorentina), ai Rangers al QPR, in Australia e allo Sheffield Wednesday.

Al Doria arriva dopo i 2 gol in 4 gare a Spagna 82. E in blucerchiato ne segnò 25 in 105.
Non pochi dovendo giocarsi il posto con Mancini, Vialli e il giovane Lorenzo.
Vinse solo una Coppa Italia, nell'85 contro il Milan, ma da capocannoniere con 9 reti. "Il più grande giocatore britannico arrivato in Italia" dalla riapertura delle frontiere sentenziò un rampante Fabio Capello, allora tecnico della Primavera rossonera.

Da allenatore e commentatore (accanto a Andy Gray a Sky UK), Trevor non ha avuto altrettanta fortuna.

Persa per cancro nel 2017 la moglie Helen, quel cuore, già malandato, s'è fermato nel suo appartamento spagnolo di Marbella.

RIP, Trevor Francis. Football player così ne nascono uno su un milione.

PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
Lunedì 24 luglio 2023

"I've tried not to think about the fee that was paid for me.
The clubs, not the players, set the prices. 
But I must say that scoring this winning goal in a European Cup final has made it all the more easy to live with the price tag.
It's not a bad way to start my competitive career in European football!"
   - Trevor Francis

"My granny can head the ball better than Trevor".
   - Brian Clough 

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