La tragica fine di Kiplagat, il buio oltre le siepi



Kip-lagat. Il "figlio del tramonto" (nell'idioma dell'etnia kalenji) si è spento prima dell'alba del nuovo anno.

Benjamin, 34enne mezzofondista ugandese cresciuto in Kenya, è stato trovato senza vita, nell'auto (presumibilmente intestata al fratello), il 31 dicembre a Kimumu, periferia di Eldoret.

Con Iten l'altro centro di gravità permanente sugli altipiani della Rift Valley, che attira per allenarsi in quota, runner di tutto il mondo.

Era lì per preparare la nuova stagione anche Benjamin, professionista da 18 anni e specialista dei 3000 siepi.

Secondo il comandante della polizia locale, Stephen Okal, sono stati fermati due sospettati con precedenti; e gli "investigatori stanno ancora raccogliendo elementi per capire la dinamica dei fatti".

Stando alle prime ricostruzioni, pare che Kiplagat abbia scartato con l'auto contro i due presunti rapinatori che erano a bordo di una moto, e che questi abbiano reagito accoltellandolo.

Argento da junior in Polonia nel 2008, Kiplagat - solo omonimo della Lornah keniana, naturalizzata olandese, ex primatista e tre volte mondiale della mezza maratona - aveva partecipato a tre olimpiadi e sei mondiali, con l'apice nel 2012 - sempre nei 3300 siepi - col bronzo nei campionati africani in Benin e la semifinale a Londra 2012.

Ha espresso il suo cordoglio anche il primo ministro ugandese, Peter Ogwang.

E l'ha esteso a tutto il Corno d'Africa, segnato il 13 ottobre 2021 dall'accoltellamento, della 25enne mezzofondista keniana Agnes Tirop, trovata morta nella sua casa di Iten.

Il 43enne marito, Ibrahim Rotich, andato a processo lo scorso dicembre è stato rilasciato su cauzione.

"Asante sana", grazie infinite, Benjamin e Agnes.
Per tutto quello che avete dato. Quello, nessuno mai potrà portarvelo via.

PER SKY SPORT 24 ©, CHRISTIAN GIORDANO ©
Lunedì 1° gennaio 2024

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