𝗜 𝗣𝗜𝗥𝗔𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗟 𝗕𝗥𝗘𝗦𝗧 𝗦𝗜 𝗔𝗣𝗣𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔𝗡𝗢 𝗔 𝗦𝗔𝗟𝗣𝗔𝗥𝗘 𝗜𝗡 𝗘𝗨𝗥𝗢𝗣𝗔
Alessandro Escher - 19 aprile 2014
Sarebbe un risultato storico per il piccolo club bretone che non si è mai affacciato alle competizioni europee.
L’FC Brest o per meglio dire Stade Brestois 29 - il 29 è il numero del dipartimento francese Finistère - è stato fondato nel 1950 dalla fusione di 5 piccoli club locali tra cui l’Armoricaine de Brest, pioniere del calcio cittadino fondato nel 1903.
La squadra inizia piano piano a salire i gradini del calcio d’oltralpe fino a raggiungere la Ligue 2 nel 1970 e per la prima volta la Ligue 1 nel 1979.
Gli anni '80 sono stati gli anni di massimo splendore, con il club che diventa ospite fisso della massima serie ma non riesce mai ad andare oltre l’ottavo posto, ottenuto nel 1987.
In quegli anni giocatori del calibro di Paul Le Geun, l'argentino José Luis Brown campione del mondo con l’Albiceleste nel 1986, il futuro juventino Julio César, il paraguaiano Cabańas e un giovane David Ginola calcano i campi dello Stade Francis Le Blé.
Purtroppo nel 1991 per colpa di alcuni problemi finanziari il Brest viene retrocesso nelle serie minori e riesce a risalire in Ligue 2 solo nel 2004 con le prime apparizioni di un giovane Franck Ribéry.
Nel 2010 torna in Ligue 1, e raggiunge la testa della classifica dopo le prime undici giornate.
A fine stagione il piazzamento finale è però un deludente (per quanto mostrato all'inizio) sedicesimo posto.
Dopo la salvezza dell'anno successivo, arriva però una cocente retrocessione.
Gli ultimi anni vedono i biancorossi fare l’ascensore dalla seconda divisione, stabilizzandosi solo dal 2019 nell’élite transalpina.
Il Brest è un piccolo club con uno dei budget più ridotti della Ligue 1, appena 48 milioni di €. Niente a che vedere per esempio con il ricco PSG che può beneficiare di un budget superiore ai 700 milioni di euro annui.
Sono appena 24 giocatori in rosa di cui una ventina di nazionalità francese. Eppure in questa stagione è stata una delle poche squadre a tenere testa alla corazzata parigina, addirittura fermando Mbappé & Co. in un 2-2 al Parco dei Principi lo scorso gennaio.
Il grosso del merito va all’attuale allenatore Éric Roy, ex calciatore negli anni '90 di Marsiglia e Lione.
La società ci aveva visto lungo ingaggiandolo, nel gennaio del 2022, con la squadra in piena lotta salvezza e candidata alla retrocessione.
La particolarità però sta nel fatto che Roy non allenava dalla fine della stagione 2011/12 col Nizza, cioè ben 10 anni prima.
Qualcosa di inusuale nel calcio di oggi che va a mille all’ora e che invece ha ripagato.
Il calcio di Roy è un po’ atipico per la Ligue 1, più simile invece allo stampo anglosassone con la ricerca della palla lunga e del cross.
Il portiere olandese Bizot comanda una solida difesa che ha subito pochissimi gol dove si distingue anche il capitano Chardonnet.
I “pirati”, come vengono chiamati i giocatori del Brest, hanno il loro miglior reparto nel centrocampo dove si fa notare il terzetto Magnetti, Lees-Melou e Mahdi Camara, oltre ad aver accolto con piacere l'esplosione del 21enne maliano Kamory Doumbia, autore di un poker di reti a fine 2023 contro il Lorient.
In attacco manca forse una prima punta prolifica ma si è ben distinto Romain Del Castillo. Il 28enne prodotto del vivaio dell’Olympique Lione ha già segnato 8 gol e prodotto 8 assist.
Sempre in attacco come centravanti si alternano Steve Mounié ed il giovane uruguagio Martin Satriano, in prestito dall’Inter e già a referto con 4 reti e altrettanti assist.
Il futuro sembra solido e non solo per la probabile qualificazione europea di cui parlavamo all’inizio e alle conseguenti entrate economiche.
Già dalla passata stagione c’è stato l’ingresso in società del fondo di investimento CVC Capital Partners, inoltre il Crédit Mutuel Arkéa appoggerà il finanziamento del nuovo stadio dei pirati che prenderà il suo nome.
L’Arkéa Arena dovrebbe essere inaugurata nel 2027, dopo quattro anni di lavori e un costo di poco superiore ai 100 milioni di euro.
Avrà una capienza massima di 15 mila spettatori così come l’attuale stadio Francis le Blé.
Capienza corretta per il bacino di utenza della cittadina bretone che vede al momento una affluenza media di 13 mila spettatori a partita, non disdegnando ogni tanto anche qualche sold out.
Il futuro sembra quindi brillante ma c’è un presente da tenere sott'occhio e conquistare la matematica certezza di una storica prima qualificazione europea.
Alessandro Escher
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