Pogačar - Modalità fenomeno


Lo sloveno, al debutto da iridato, stacca tutti sul primo passaggio a San Luca, a quasi 38 km dall’arrivo: «Remco ha fatto un tentativo, ha provocato». 
Longo Borghini si fa in quattro «Non immaginavo un anno così»

di Alessandra Giardini a. giar.

6 Oct 2024 - La Gazzetta dello Sport - Bologna
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BOLOGNA - L'arcobaleno lo ha portato lui, e meno male: perché se aspettavamo che smettesse di piovere, saremmo ancora tutti a San Luca. Ma la gente che ha affollato i portici e i due chilometri di salita non ha sofferto il freddo né l’umidità: ha visto Tadej Pogačar vincere il Giro dell’Emilia in maglia di campione del mondo, con quasi due minuti di vantaggio sul gruppo, e tanto basta per tornarsene a casa sicuri di avere visto la storia nel suo divenire. «L’Emilia - ammette il neoiridato - è stato nella mia lista dei desideri per tanto tempo. Dopo il Mondiale ho sentito una specie di vuoto, sono stato quattro giorni un po’ così. Poi mi è arrivata la maglia iridata, e ho cominciato a sentire la pressione. Ho dato il massimo per farla vedere a tutti, la prima volta devi dimostrare a tutti che sei il più forte». Sul podio con lui ci sono Tom Pidcock, oro olimpico nella mountain bike eppure quasi assiderato al traguardo, e Davide Piganzoli, il ventiduenne della Polti-Kometa che con un finale sontuoso si è regalato un posto in una foto storica. L’ultimo a vincere il Giro dell’Emilia da campione del mondo era stato Gianni Bugno nel 1992, ma allora si arrivava ai Giardini Margherita ed era tutta un’altra corsa. Poi Adriano Amici si è inventato il traguardo a San Luca, e adesso questa è una delle salite più belle di tutto il ciclismo, e la corsa una delle più dure.

Solo

L’Un uomo solo al comando, ed è sempre lo stesso: come alla Strade Bianche, come alla Liegi, come al Giro, come al Tour. Come sette giorni fa al Mondiale di Zurigo. Ormai ci sono due domande da farsi: quando e quanto. Quanto ha dato al secondo? Un minuto e cinquantaquattro secondi. Quando è scattato? A quasi 38 km dal traguardo, sulla prima delle cinque ascese al santuario che domina Bologna. Dopo un giro aveva già 36 secondi sul gruppo, e dopo due il vantaggio era raddoppiato. Non era nei piani, confessa. «Avevo parlato con la squadra, l’idea era quella di andare regolari almeno fino all’ultima, magari alla penultima salita. Poi però Remco ha provocato, ha cominciato lui. C’è stato un attacco dell’Astana, e quando ho visto Jorgenson ho deciso di spingere». Ha fatto il vuoto, come sempre. Viene da chiedersi come si possa pensare di battere questo Pogačar. Lui si mette a ridere. «Nel ciclismo può sempre succedere di tutto, ma in realtà non lo so, non mi sono mai messo nei panni degli altri». C’era tantissima gente sotto i portici, e Tadej ha giocato con loro, salutava gli sloveni, rispondeva ai boati. Mentre Evenepoel, che aveva acceso la miccia, si ritirava in lacrime: qualcosa gli è entrato in un occhio, nelle prossime ore si valuteranno le sue condizioni.

Numeri

Le condizioni di Pogačar non hanno bisogno di valutazione: quest’anno ha vinto 24 corse su 56. Martedì sarà alla Tre Valli, sabato al «suo» Lombardia. È una rarità che il campione del mondo vinca la prima gara in maglia arcobaleno. Nel 2006 lo fece Tom Boonen, primo in Qatar a gennaio il giorno che battezzava la maglia iridata vinta a fine 2005. E, prima ancora, bisogna andare ad Abraham Olano, che nel 1995 vinse il Mondiale in Colombia e sei giorni dopo trionfò alla Subida al Naranco. Pogačar la storia la maneggia con disinvoltura. «Sono molto felice di aver vinto con questa maglia, ci tenevo parecchio. Ma se devo essere onesto, sono più contento per Urska che per me. È il suo miglior risultato, e soltanto io so quanto se lo merita», ha detto intenerito. Zigart, la sua compagna, ha chiuso al quarto posto l’Emilia femminile vinto da Elisa Longo Borghini. «Il mio direttore sportivo me lo ha detto alla radio e negli ultimi due giri ho avuto una motivazione extra». Ci mancavano anche le motivazioni extra.

Certezza

Elisa Longo Borghini taglia il traguardo e fa un inchino, a questa corsa che ha vinto per la quarta volta (le altre nel 2015, 2016 e 2022). Ma l’inchino dovremmo farlo noi a lei, che un anno fa ha rischiato la vita per un’infezione, e adesso è qui a fare collezione di meraviglie. Con la Lidl-Trek chiuderà dopo il Simac Tour, da martedì a domenica. «C’era Luca Guercilena (il team manager; ndr), ci ha chiesto solamente una cosa: di vincere. Non potevo e non volevo deluderlo». Elisa non ha paura di giornate da tregenda come questa, «ma dopo il freddo patito ai Mondiali avrei preferito un po’ di sole. Se ripenso a me stessa un anno fa, che dopo un’ora di pedalata ero stanca, non avrei mai immaginato di avere una stagione così importante, la migliore della mia carriera (Giro d’Italia, Fiandre, bronzo mondiale...; ndr)». Elisa è rimasta da sola in discesa e ha preceduto le francesi Évita Muzic e Juliette Labous. «Amo il Giro dell’Emilia, penso che sia una delle corse più belle». Era stata lei a suggerire ad Amici la doppia salita di San Luca: «Ha fatto bene ad ascoltarmi».

UOMINI
Pidcock 2° a 1’54”, Piganzoli 3° a 22 anni

1. Tadej POGACAR (Slo, Uae) 210 km in 5.14’44”, media 40,034
2. Pidcock (Gb, Ineos) a 1’54”
3. Piganzoli (Polti-Kometa) Woods (Can), S. Yates (Gb) a 2’02”
6. Adrià (Spa) a 2’04”
7. Kelderman (Ola)
8. Mas (Spa) a 2’08”
9. Ryan (Irl) a 2’13”
10. Fortunato a 2’15”
Rit. Evenepoel (Bel)
Rit. Roglic (Slo)

***

DONNE: ELISA IN TRIONFO COME NEL 2015, 2016 E 2022

1. Elisa LONGO BORGHINI (LidlTrek) 114 km in 2.53’20”, media 39,392
2. Muzic (Fra, FDJ) a 9”
3. Labous (Fra, Dsm)
4. Zigart (Slo) a 16”
5. Meijering (Ola) a 24”

***

Coppa Agostoni

Si corre oggi con partenza e arrivo a Lissone (MB) la 77a Coppa Ugo Agostoni–Giro delle Brianze– Gran Premio Banco BPM (167 km), prima prova del Trittico Regione Lombardia 2024. 
Al via 21 squadre di 7 corridori: tra gli altri, attesi Formolo, Lutsenko (Kaz), Bettiol, Hirschi (Svi), S. Yates (Gb), De Marchi, Covi e Albanese.

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