L'avventura... Mondiale
L’Italbici in Ruanda tra sogni e rinunce
Niente cibo da casa
I primi azzurri atterrati in Africa: oggi si allenano
Il ct Villa: «Compreremo in un negozio locale»
L’escursione termica si sente: fa molto caldo nelle ore centrali
19 Sep 2025 - La Gazzetta dello Sport
di Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID SPAGNA)
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Arrivati. Il primo contingente azzurro partito mercoledì sera da Malpensa è atterrato ieri pomeriggio a Kigali, Ruanda, per disputare il Mondiale che prenderà il via domenica con la cronometro individuale. Gli ultimi ritorni della comitiva italiana sono previsti per lunedì 29, speriamo col bagaglio appesantito da oggetti di metallo acquisiti in corsa. Il viaggio in compagnia della nazionale svizzera è stato fatto in due tappe: 6 ore e mezzo per arrivare allo scalo di Addis Abeba in Etiopia, lunga sosta, altre due e mezzo per raggiungere il Ruanda. «È andato tutto bene, il primo impatto è stato decisamente soft – racconta favorevolmente impressionato il ct Marco Villa da Kigali -. In questo momento la temperatura è mite, gradevole, e anche l’umidità è decisamente sopportabile. A occhio è già partita l’escursione termica, che ha il suo peso visto che nelle ore centrali della giornata fa parecchio caldo. Altro da segnalare? Gentilezza diffusa, poca gente all’aeroporto ma si palpa una certa attesa. Fa buio abbastanza presto quindi non siamo riusciti a vedere molto del verde che ci hanno descritto». Bagagli e materiale sono arrivati con un aereo successivo, ma senza intoppi.
La spesa
Il primo Mondiale africano è un viaggio di scoperta. Il Ruanda ha una passione per biciclette e ciclismo sconfinata e la federazione azzurra ha fatto di tutto per affrontare al meglio una trasferta complessa. I costi sono alti, e sono state fatte scelte di condivisione. Per dare un’idea: la spedizione per il Mondiale in Australia del 2022 era costata 190.000 euro, quella a Zurigo dello scorso anno 270.000 per i costi della città svizzera. La trasferta a Kigali costa 290.000 euro, e la spedizione è composta di più di 40 persone in meno. A Kigali vanno in 43, 27 atleti e 16 persone dello staff, con i tecnici Villa, Salvoldi, Amadori, Velo e Scirea, 4 massaggiatori, 4 meccanici, il cuoco e due persone della federazione. Che ha chiesto uno sforzo-extra ai membri dello staff: massaggiatori e meccanici lavoreranno in verticale, su tutti i corridori e non si dedicheranno come fanno di solito a un unico gruppo della squadra. Sono stati spediti una novantina di pezzi di bagaglio-extra, cosa che da sola è costata 50.000 euro, e ogni corridore avrà a disposizione due bici invece delle solite tre.
Regole alimentari
In stiva non è finito cibo. Niente di niente. Il cuoco Tiziano Brichese, titolare del ristorante Eden a Ottava Presa, Caorle, ed ex azzurro di ciclismo, non ha potuto imbarcare nulla degli alimenti che abitualmente viaggiano al seguito della nazionale perché le leggi locali impediscono di viaggiare con cibo al seguito. Sono passati solo gli integratori Enervit. La Federazione ha aggirato il problema delle scorte alimentari trovando e contattando un negozio di alimentari italiano a Kigali, Sole Luna. Il ct spiega: «Farà in pratica da fornitore ufficiale della nostra Nazionale». Bagaglio più leggero, esigenze culinarie soddisfatte.
Prime uscite
La prima parte della spedizione, 21 persone tra atleti e staff, ieri ha preso alloggio al Kigali Delight, hotel non lontano dall’aeroporto che sarà costeggiato nelle prove su strada di tutte le categorie. Anche qui come per meccanici e massaggiatori la regola generale è la condivisione, per gli azzurri qualche singola e tante stanze doppie, e i lettini per i massaggi sono stati comprati a Kigali per evitare di appesantire i costi della spedizione. Oggi chi è arrivato ieri inizia ad allenarsi, e nel pomeriggio sbarca un altro nutrito gruppo di atleti e staff. Il 24, mercoledì prossimo, arriveranno tutti gli altri per l’appuntamento-clou, la prova su strada di domenica 28. Il gruppo azzurro è compatto, e di ottimo umore.
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