Nuovo inizio a Lipsia
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La RasenBall è seconda in campionato dopo una stagione da dimenticare. Ecco cosa è cambiato in Sassonia
ott 31, 2025
Diciannove punti, cinque in meno del Bayern Monaco capolista (a punteggio pieno, ndr) e il secondo posto provvisorio. Dopo non essersi qualificato per la prima volta alle coppe europee, il Lipsia torna dove è sempre stato da quando nel 2016 è approdato in Bundesliga, cioè tra le candidate a un posto in Champions League. Una ripartenza, quella dei Tori, arrivata grazie a una rosa di ottima qualità e di un allenatore giovane, come Ole Werner, anche lui in cerca di rivincita.
Sul fondo o quasi
La stagione 2024/2025 del Lipsia è stata la peggiore nella (breve) storia del club sassone in Bundesliga. Al di là del settimo posto finale, tutto quello che poteva andare male è andato male. È finita la gestione di Marco Rose, uomo legato al gruppo Red Bull fin dagli esordi della carriera e soprattutto con radici profonde a Lipsia, sostituito (ad interim, ndr) con Zsolt Lőw che nell'ultimo scorcio di stagione con due vittorie in sette partite non è riuscito ad agguantare un posto utile per l'Europa. Un fallimento figlio di tanti fattori. Giocatori che hanno reso meno di quello che avrebbero potuto dare, un'atmosfera tesa nello spogliatoio (vedere le frizioni con Xavi Simons) e tra allenatore e dirigenza, tanti infortuni, una mentalità poco ambiziosa e anche una certa confusione tattica con Rose che è riuscito solo in poche occasioni a fare esprimere alla squadra la sua idea di gioco.
Anno zero
In questa situazione la dirigenza guidata da Oliver Mintzlaff, l'ultimo superstite della vecchia generazione di dirigenti, quella che ha costruito di fatto la RB Lipsia, è dovuta ripartire. Innanzi tutto scegliendo un allenatore. E non è stata una scelta facile. Sono stati sondati tanti profili, come Cesc Fàbregas del Como, Oliver Glasner, Matthias Jaissle (questi due già con esperienze nell'universo Red Bull), ma nessuno ha accettato la panchina del club sassone. Oliver Mintzlaff e il ds Marcel Schäfer, con l'avvallo del Head of Global Soccer di Red Bull, Jürgen Klopp (da gennaio 2025, ndr), hanno puntato su Ole Werner, 37enne in uscita dopo una stagione incolore al Werder Brema. La trattativa con la società del nord della Germania non è stata semplice perché Werner e il suo staff erano legati con un contratto fino al 2026. Dopo due settimane di contrattazione i club si sono accordati per un indennizzo di due milioni di euro, più bonus. Un allenatore giovane e preparato che eredita una rosa con grandi potenzialità ma bisognosa di trovare un'identità.
Linea verde
In estate i vertici del Lipsia fanno una campagna acquisti dove si cerca di guardare a lungo termine e dove è possibile monetizzare, anche per la mancanza delle entrate legate alle coppe europee. Via le stelle Xavi Simons (per 65 mln, al Tottenham, ndr) e Benjamin Sesko (76,50 mln, al Manchester United, ndr) entrambi ceduti in Premier League a oltre sessanta milioni di euro ognuno, addio alla leggenda del club Yussuf Poulsen e spazio ai giovani. Bakayoko, Diomande, Banzuzi, Maksimovic, Harder, tutti Under 23 e tutti con grandi margini di crescita, anche se il vero obiettivo di Olè Werner è quello di recuperare il rendimento di punti fermi come David Raum, Willi Orban, Xaver Schlager, veri punti di forza delle gestioni precedenti.
La vecchia guardia
I citati Raum e Schlager sono solo due esempi di senatori della squadra, decisivi per mettere in atto il mix tra giovani e veterani su cui la società ha puntato. Il nazionale tedesco David Raum ha decisamente tratto beneficio dall’arrivo di Ole Werner e la fascia di capitano sembra avergli fatto compiere uno scatto di maturità anche nella leadership. Discorso diverso per Xaver Schlager: il centrocampista austriaco nella scorsa stagione ha subito una serie di infortuni e ricadute che non gli ha mai permesso di trovare continuità. Il classe 1997 se sta bene può dare al centrocampo del Lipsia un valore aggiunto in termini di dinamismo e grinta. Un altro esempio importante è Christoph Baumgartner. Meno “anziano”, sia come età sia per militanza, ma visto il grande ricambio può essere considerato anche lui un senatore del gruppo. Il ventiseienne trequartista ha trovato spazio fin dall’inizio e sta ripagando la fiducia a suon di gol e prestazioni. Dopo un anno difficile anche per lui, ora sembra tornato ai livelli dell’Hoffenheim.
I punti-chiave della crescita
Ma al di là dei giocatori la differenza la sta facendo in primis Ole Werner. Classe 1988, ma già con una buona esperienza, l’allenatore nato e cresciuto nell’estremo nord della Germania, nello Schleswig-Holstein, ha cambiato innanzi tutto l’approccio da parte del Lipsia, ora a sua immagine e somiglianza. Poche parole, equilibrio e tanto lavoro sono le caratteristiche che la squadra trasmette anche in campo. La RB è infatti quadrata, compatta nella fase difensiva come dimostrano i numeri: escludendo la débàcle (6 a 0) alla prima giornata a Monaco, nessuna ha subìto meno gol (3) nelle successive 7 partite. Ma non c’è solo la fase difensiva, perché nessun’altra squadra in Bundesliga concretizza di più da situazioni di ripartenza (si veda ad esempio la vittoria ad Augsburg). Certo i giocatori del reparto offensivo sono perfetti per quel tipo di gioco, ma va riconosciuta a Werner la capacità di valorizzarli, anche cambiando l’idea tattica da cui era partito nelle stagioni precedenti, a Kiel come a Brema.
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