Con Mutai e la Jeptoo la Mela resta keniana


1) Il vincitore maschile, Geoffrey Kiprono Mutai, 32 anni. 
Aveva già vinto a New York nel 2011 e nello stesso anno dominò a Boston in 2h03’02”, record non omologato per la tipologia del percorso. 
2) Priscah Jeptoo, 29 anni, argento a Londra 2012. 
3) L’azzurra Valeria Straneo, argento iridato a Mosca questa estate REUTERS/ COLOMBO

Storico bis (2h08’24”) del primatista virtuale. 
Rimonta vincente fra le donne (2h25’07”). Brava Straneo: quinta

4 Nov 2013 - La Gazzetta dello Sport
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MASSIMO LOPES PEGNA 
NEW YORK
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Stavolta l’idea di andare allo sbaraglio, come Valeria Straneo ai Mondiali di Mosca, ce l’hanno le etiopi Buzunesh Deba e Tufa Demisse, che se ne vanno subito allo sparo. Piantano in asso le grandi e, chilometro dopo chilometro, allungano fino ad accumulare un vantaggio importante, poco dopo la mezza, di 3’ 29”. E’ quando l’azzurra guarda preoccupata l’orologio, accanto a lei trilla la sveglia di Priscah Jeptoo (trionfo a Londra quest’anno, al collo l’argento olimpico 2012) e grande favorita. Il professor Gabriele Rosa l’aveva annunciato alla vigilia: «Ecco a voi la ragazza che conquisterà New York». In verità, vedendola indugiare così tanto deve essergli venuto qualche dubbio (si consolerà poi con il suo 10° trionfo a New York), perché quell’attacco da kamikaze delle rivali non era previsto: «Quel ritardo è duro da recuperare. Meno male che ha capito che non poteva più aspettare», racconterà. L’allarme alla ignara Jeptoo lo lancia un ciclista sul Queensboro Bridge: «Mi ha detto che avevo tre minuti. Ho pensato: “Ma è quasi un chilometro!”. Sapevo di essere in forma e allora ho iniziato immediatamente a spingere». Allora, con le sue gambe a x magre come quella di una gazzella, ha incrementato la sua stramba ma efficace falcata.

Nel mirino 

Sbarcata a Manhattan, la keniana inghiottiva da sola l’asfalto della lunghissima First Avenue e rimontava quasi 30” a miglio alle due fuggitive. Mentre le altre stelline, inclusa la Straneo, rimanevano a guardare. Nel Bronx, desolato con sporadici spettatori, nuova casa della rivale Deba, buttava fascetta e guanti: come se volesse rimboccarsi le maniche. Sulla Quinta Avenue finalmente inquadrava le sagome delle avversarie. Il contatto arrivava sui saliscendi di Central Park, poi piantava lì anche la Deba e andava a prendersi un successo che le frutterà 500 mila dollari (bonus del jackpot della World Major Marathon). Significative le due metà gara: 1h16’00” la prima, 1h09’07” la seconda, per giunta più dura. Terza si piazzava la lituana Prokopcuka, che aveva già espugnato New York nel 2005 e 2006. Straneo si "accontentava" del quinto posto, dopo una gara in cui non mai ha mollato.

Insieme 

Il copione degli uomini è più tradizionale e lo tiene in mano, fin dall’inizio, Geoffrey Mutai, ultimo vincitore di New York nel 2011. Al suo fianco, un cast eccezionale, che include il campione olimpico e mondiale Stephen Kiprotich (poi solo 12°). I big rimangono assieme fino a quando Mutai, all’entrata di Manhattan, allunga. Gli sta dietro solo il connazionale Biwott che a un certo punto gli chiede disperato di passargli la borraccia: «Certo che gliel’ho data: aveva sete», dice con semplicità Mutai, che detiene il record del mondo della maratona (a Boston nel 2011) mai omologato. Non ha allenatore («Non mi piace avere qualcuno che mi dice cosa fare») e non sembra averne bisogno: corre come se passeggiasse, senza mai una smorfia di fatica. Perché per uno che tagliava alberi e li faceva diventare pali elettrici per sostenere la famiglia di nove fratelli, una maratona è probabilmente poco più di una passeggiata. Si è tolto la soddisfazione di ripetersi (non accadeva a New York dal 1997-98, con John Kagwe) e di battere 50.740 concorrenti, primato assoluto di partecipanti.


***

Zanardi lontano

4 Nov 2013 - La Gazzetta dello Sport

Stavolta non scherzava Alex Zanardi, quando alla vigilia aveva detto: «Arrivo al traguardo un’ora dopo tutti gli altri. Dalla handbike alla carrozzina c’è tanta differenza, incolmabile con pochi allenamenti». Il campione olimpico si è piazzato 35° con un distacco di 50’28”. Ma ha già detto che il prossimo anno si ripresenterà qui per vendicare questo boccone amaro che sapeva sarebbe stato costretto a inghiottire.

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