L’ALBA DI JOYCILINE


ANSA - La gioia quasi incredula di Joyciline Jepkosgei, 25 anni, che ha vinto a New York al debutto sui 42,195 km. La keniana è primatista mondiale della “mezza” L’arrivo vittorioso di Geoffrey Kamworor, 26 anni 
Il fiume dei podisti sul Ponte di Verrazzano

I keniani hanno centrato l’accoppiata alla New York Marathon La Jepkosgei trionfa a 25 anni a Central Park al debutto sulla distanza. Rivincita Kamworor

4 Nov 2019 - Corriere dello Sport
di Massimo Basile
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Gli americani sono i migliori a organizzare le maratone, gli africani i migliori a vincerle. Stavolta sono due keniani a trionfare a Central Park. Geoffrey Kamworor e Joyciline Jepkosgei, nuova stella di New York, una ragazza che corre tra i professionisti solo dal 2015, che non aveva mai corso una maratona, ma ha collezionato titoli ovunque. Venticinque anni, detentrice del record nella “mezza”, prima atleta femminile a vincere a New York la maratona e la mezza nello stesso anno, Jepkosgei ha trionfato al debutto in modo stupefacente e con chiarezza, lasciandosi alle spalle la favorita, Mary Keitany, che aveva vinto tutte le ultime edizioni dal 2014, a parte quella del 2017. E’ stato un duello fantastico per due terzi di gara, ma all’ingresso sulla Fifth Avenue c’è stata la prima svolta: Jepkosgei ha preso una bottiglietta d’acqua, l’ha bevuta ed è partita, seminando la leggendaria avversaria, per concludere a Central Park con le braccia al cielo. Tempo finale 2h22’38’’, solo 7 secondi dal record e premio complessivo di 145.000 dollari. E’ la più giovane vincitrice a New York dal 2001, quando trionfò Margaret Okayo, anche lei 25 anni.

«Volevo finire la gara in questo modo - racconta dal palco, emozionata, con in testa la corona di alloro destinata ai vincitori - Volevo finire in crescita, andando forte. E’ un’esperienza incredibile correre in mezzo a tutta questa gente». Accanto a lei, Keitany, ha poca voglia di parlare: «Ho dato tutto, ci tenevo a vincere, ma non ce l’ho fatta». A marzo, Jepkosgei, allenata dal marito, madre di un bambino, aveva vinto la “mezza” di New York al suo primo viaggio negli Stati Uniti. A dicembre voleva partecipare alla maratona alle Hawaii, ma aveva dovuto rinunciare per un infortunio alla caviglia. Prima non africana un’americana, Desiree Linden, sesta, staccata dalla vincitrice di 4’06’’.

ASTORI

Tra gli uomini, per Kamworor, battuto nel finale un anno fa, niente fantasmi stavolta. Niente avversari con gli occhi fuori dalle orbite che gli sfilavano sotto i gomiti. Stavolta l’ultimo miglio è stato il suo: il keniano ha vinto a New York per la seconda volta, dopo quella del 2017. Ha chiuso in 2h08’13’’, non un tempo da urlo, tre minuti in più del 2018, lontano dal record della corsa, il 2h05’06’’ di un altro keniano, Geoffrey Mutai, nel 2011, ma questo tracciato non era fatto per i record, non è “piatto” come Londra o Berlino. Le condizioni ambientali, sugli 8 gradi, con buon vento, hanno favorito la qualità della corsa dei più tecnici, che amano le temperature calde e correre con le scarpe umide, come Kamworor. Il keniano è stato irresistibile nel finale, staccando al 40° chilometro il gruppo e lasciando alle sue spalle il connazionale Albert Korir, a 23 secondi, e l’etiope Girma Bekele Gebre a 25’’. Primo non africano, l’americano Jared Ward, sesto, con 2’31’’ di ritardo. Il vincitore dell’anno scorso, l’etiope Lelisa Desisa, l’uomo che si sentiva a casa, ha lasciato la corsa all’undicesimo chilometro, appena quattro settimane dopo aver vinto il Mondiale a Doha, in Qatar.

Nella gara tra atleti paralimpici, conferme dei campioni di un anno fa: l’americano Daniel Romanchuk con il tempo di 1h37’24’’, e la svizzera Manuela Schar in 1h44’20’’. Per lei è il terzo successo di fila. Per tutti, in sala stampa, le dichiarazioni di sempre: vincere qui è un sogno, è straordinario. Fuori, oltre il tendone delle interviste, il sole di New York, il Ponte da Verrazzano, il mondo. Il milione di spettatori che ha sostenuto gli oltre 52.000 runner, con le loro storie. Come Ginette Bedard, che ha corso a 86 anni, o come il fiorentino Simone Brunetti, 41, che al tredicesimo miglio ha celebrato il ricordo di Davide Astori, tredici come il numero di maglia del capitano della Fiorentina, incontrando i tifosi del Viola Club New York.

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Jepkosgei e Kamworor, il Kenya domina a Ny

Gli atleti del Kenya dominano la 49a edizione della maratona di New York. Tra le donne trionfo di Jociline Jepkosgei, che ha completato il percorso di 42 km in 2 ore 22 minuti e 38 secondi. Dietro di lei la connazionale Mary Keitany, che ha perso l’occasione di vincere il suo quinto titolo nella Grande Mela. Tra gli uomini secondo successo in tre anni per un altro atleta keniano, già vincitore nel 2017, Geoffrey Kamworor, che ha corso in 2 ore 8 minuti e 13 secondi, davanti al connazionale Korir (2 ore 8’36”).

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52.000 partenti 

La quota superata del numero dei partecipanti, tra professionisti e amatori, ieri a New York. Da tutto il mondo erano arrivate 117.000 richieste.

1 - milione gli spettatori stimati che hanno seguito la maratona lungo i 42 chilometri che hanno attraversato i cinque borghi di New York, fino all’arrivo di Central Park

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