HOOPS MEMORIES - Il duro del parquet


5 maggio 1991, «Boston Garden», Boston (Massachusetts)
Playoff NBA, Eastern Division, primo turno, gara-5
Boston Celtics vs. Indiana Pacers 124-121

di CHRISTIAN GIORDANO, Black Jesus magazine

Come l'anno prima contro i Knicks, i Celtics giocano in casa, stavolta contro i Pacers dell’infuocato Chuck Person, la partita decisiva della serie.

Sarà un incontro memorabile, di quelli capaci di alimentare la leggendaria mystique bostoniana che, assieme all’inimitabile miscuglio di odori di birra, di hot dog e di pop corn, si respirava nel vecchio Boston Garden. Quello «vero».

Verso la fine del secondo quarto Bird, tuffatosi su una palla vagante nata da un suo errore in palleggio, picchia violentemente lo zigomo destro sul «mitico» parquet incrociato e resta a terra immobile. Sembra svenuto. Sugli spalti, in 14890 trattengono il fiato. Larry, visibilmente stordito, poi si riprende. Si rialza, e viene accompagnato negli spogliatoi, dove resterà fino a metà del terzo periodo.

Boston è in svantaggio e Bird non può tollerarlo: «Io torno in campo» dice, con lo sguardo prima ancora che con le parole, a medico e trainer che lo avevano soccorso. Cercare di trattenerlo era non solo inutile, ma controproducente. Sentiva che era quello il suo momento, e del resto non vedeva altra scelta: in situazioni del genere uno come lui era nato per essere protagonista.

Nel frattempo, con Bird ancora negli spogliatoi, il Garden rumoreggiava, quasi che sulle tribune si avvertisse il presagio di ciò che stava per accadere. Il popolo biancoverde aveva iniziato a invocare il proprio idolo: «La-rry! La-rry!». L’attimo è da brividi. Quando il «33» esce dal tunnel e si avvia verso la panchina, l’urlo diventa boato. Il pubblico impazzisce. Compagni e avversari si guardano l’un l’altro smarriti, increduli: nessuno poteva aspettarsi che dopo quella terribile botta Bird potesse rientrare.

A coach Chris Ford non pare vero. Appena lo vede sbucare chiede il cambio e Larry torna in campo. Nei successivi 12’, Bird si carica la squadra sulle sue possenti spalle e con 14 punti e 3 rimbalzi la riporta in vantaggio: +12 Boston a 7’ dall’ultima sirena.

A quel punto Ford lo richiama in panchina per farlo riposare e, se necessario, giocarselo nel finale. Ma senza Larry i Celtics si siedono e Indiana rimonta. Ford allora lo ributta dentro. 

Bird, al quale a gara terminata sarà diagnosticata una commozione cerebrale, chiude a 32 punti, 9 rimbalzi e 7 assist. A mettere il sigillo sulla vittoria «irlandese» sarà poi Brian Shaw, autore di quattro liberi fondamentali. Ma il successo porterà una sola firma. Quella di Larry “Legend” Bird.

Christian Giordano ©
MEMORIES - Momenti epici di basket USA
Rainbow Sports Books ©


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