Battaglin e lo scippo di Valkenburg


AMARCORD MONDIALE / Nel 1979 il vicentino fu fatto cadere in volata da Raas e Thurau: ma la giuria respinse il reclamo degli italiani

di RINO NEGRI
La Gazzetta dello Sport - 11 ottobre 1998

Il 26 agosto del '79 siamo a Valkenburg. Si corre la 46a edizione del campionato del mondo su un circuito di 16 chilometri da ripetere 17 volte. Punto-chiave del tracciato è il Cauberg. 

Rispetto all'edizione del '38, vinta dall'"aquila nera" Kint (ritirati gli azzurri Bartali, Bini, Bizzi, Vicini) è stato aggiunto il dislivello di Bemelberg. 

Alfredo Martini schiera Moser, Saronni, Baronchelli, Battaglin, Barone, Amadori, Contini, Landoni, Lualdi, Masciarelli, Mazzantini, Parsani. 

Durante la 16a scalata del Cauberg, Saronni provoca la selezione. I 23 corridori al comando diventano presto 8: Raas, Lubberding, Chalmel, Bernaudeau, Thurau, Battaglin, Knudsen e Willems. Il loro vantaggio e' di 2'45". 

All'ultimo passaggio sul Cauberg, Battaglin attacca, ma non riesce a prendere il largo. Contropiede di Chalmel all'ultimo chilometro. Il francese viene raggiunto a 200 metri dall'arrivo grazie a Thurau che, attaccato decisamente da Raas, sbanda bruscamente e provoca la caduta di Battaglin che rischia di essere travolto da una motocicletta e finisce sesto a 23". Saronni è ottavo a 4'23". Amadori ventesimo. Ritirati gli altri azzurri. 

Raas ha battuto l'ex compagno di squadra. Sia Raas, sia Thurau si sono comportati scorrettamente. Se si trattasse di dilettanti, una giuria che non temesse l'impopolarità non esiterebbe a squalificarli senza nemmeno bisogno di reclamo. 

Le imprecazioni di Battaglin salgono al cielo. Lo stesso cittì Martini, solitamente calmo, dice che è stata una volata di briganti e annuncia un reclamo, appoggiato dal segretario dell'Ucip, Di Rocco, e dal presidente della Commissione tecnica, Bianchi. 

Tre i commissari incaricati di esaminare il reclamo: l'olandese Jeremiasse, lo svizzero Jacquat, il belga Van Veezmbeck. Il solo, in pubblico, a parlare di volata scorrettissima è Jacquat, il quale non è solito prendere posizioni sui due piedi. Viene esaminato il film messo a disposizione dalla televisione e la giuria respinge il reclamo. Si viene a sapere che Jacquat è stato battuto per due voti a uno. Dopo aver tagliato il traguardo, Raas abbraccia la moglie che è in attesa di un bambino. Ne ha già uno e le aveva promesso che se si fosse aggiudicato il titolo mondiale avrebbero dato il nome di vittoria o vittorio al nascituro. Jan non vuole fare dichiarazioni alla Tv olandese con la quale è in rotta. Dai giornalisti viene sollecitato a dire cosa abbia provato quando i commissari lo hanno ammonito per aver preso slanci e spinte sulla salita di Cauberg. Abbozza un sorriso: "Vi assicuro che non sono stato il solo. I francesi, i belgi, gli stessi italiani si sono arrangiati. La televisione olandese ha avuto il pessimo gusto di far vedere me, per ragioni che io conosco benissimo". 

Alla domanda cosa abbia provato quando si è trovato davanti e non c'erano Saronni, Moser e De Vlaeminck, risponde: "Avrei avuto la possibilità di vincere, a condizione che avessi atteso il momento giusto per partire. Credevo che Battaglin, il quale pedalava con facilità, se ne andasse sul Cauberg". 

Si parla dei premi che dovrà versare ai compagni di squadra. Quindici milioni di lire erano stati messi a disposizione della Federazione e 15 milioni li verserà lui. Raas sorride e dice che il titolo mondiale vale ben più di 15 milioni. "Ho abbandonato la linea di corsa - precisa - perché mi ha costretto Thurau". 

Il tedesco, lui, dichiara: "Forse la smania di vincere mi ha fatto sbandare, ma vi assicuro che non l'ho fatto intenzionalmente. Furbo è stato Raas che ha preso la mia ruota. Anch'io pensavo che Battaglin ci potesse staccare sul Cauberg". 

A Battaglin rimane la magra soddisfazione di essere stato considerato un brillante e sfortunato protagonista di un mondiale farcito di polemiche e scorrettezze, a causa specialmente di una giuria che di proposito si è bendata gli occhi. 
Rino Negri

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