FOOTBALL PORTRAITS - Bridge, il Santo crossatore


Wayne Bridge ha bruciato le tappe, dal settore giovanile del Southampton alla nazionale inglese, nella quale, da riserva ai Mondiali del 2002 (subentrò nelle gare contro Argentina e Nigeria), è diventato il diretto concorrente di Ashley Cole per la maglia numero 3.

Il massiccio terzino (1,78 per 75 kg), che lo scorso luglio il Chelsea ha acquistato versando ai Saints 7 milioni di sterline (9,8 milioni di euro; contratto fino al 2008), oltre che di continuità di rendimento è un modello di solidità fisica: la sua striscia di 113 partite consecutive è il nuovo record di Premiership per un non-portiere, primato strappato ad Alan Shearer, altro illustre ex Saint. Quando, nel gennaio 2003, abbandonò il campo Bridge non saltava un minuto di gioco da quasi tre anni, dall’1-1 casalingo con il Middlesbrough del 4 marzo 2000.

Nato a Southampton, il 5 agosto 1980, ma cresciuto a Winchester, Bridge è sempre stato tifoso dei Saints, che ammirava dalla curva sognando di emulare le gesta di Rod Wallace. Scoperto per caso da Micky Adams, manager del Leicester City e all’epoca tecnico degli Under 13 del Southampton, che era andato a visionare il figlio di un amico, Wayne da ragazzo giocava ala sinistra. Ad arretrarlo fu Dave Jones, il primo a pronosticargli, nel ruolo, addirittura la convocazione in nazionale. Bridge ha firmato con i Saints il primo contratto da professionista nel gennaio 1998 e ha debuttato in prima squadra contro il Liverpool nella gara d’apertura della stagione successiva, “approfittando” dell’infortunio al legamento crociato che avrebbe spezzato la carriera di John Beresford.

Bridge destò sensazione e raccolse 24 presenze nel suo primo campionato professionistico. L’anno dopo, l’idolo locale entra stabilmente nell’undici iniziale e corona l’ottimo finale di stagione infilando un gran gol su punizione nella vittoria, all’ultima giornata, contro il Wimbledon. Lo scorso campionato, chiuso con l’ottavo posto in Premiership e la finale di Coppa d’Inghilterra (persa 1-0 con l’Arsenal del suo concorrente in nazionale, Cole), è stato quello della consacrazione. «La sua forza è la forza» gioca con le parole il tecnico del Southampton, Gordon Strachan, alludendo allo strapotere fisico di Bridge, uno che «non cede alla tentazione di buttarsi subito in scivolata e non si fa prendere dall’emozione, restando sempre concentrato». 

Saint dell’anno nel 2000-2001 e secondo classificato nel 2001-2002 ma stranamente trascurato da Howard Wilkinson nelle convocazioni per l’Under 21, Bridge ha avuto una chance dal nuovo Ct David Platt e si è subito guadagnato la promozione alla Nazionale “A”, nella quale ha esordito contro l’Olanda. La prossima tappa da bruciare? Eriksson permettendo, fare gli scarpini ad Ashley Cole.
Christian Giordano, Calcio Gold


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