FOOTBALL PORTRAITS - Il ritorno del Thatcherismo

di Christian Giordano, Calcio Gold 

A metà novembre 2003 Ben Thatcher era dato ormai prossimo alla chiamata in nazionale, poi non se ne fece nulla. Secondo le solite cassandre, se quelle voci erano vere gli addetti ai lavori dovevano cominciare a riflettere su come avevano ridotto il calcio inglese. 

Il fatto che Thatcher (classe 1975; 1,78 per 79 kg) fosse lì lì per essere convocato non deve sorprendere più di tanto poiché in Premiership quasi tutti i terzini sinistri sono stranieri. Il “left-back” del Leicester City merita la massima considerazione, ma una così affrettata campagna di sponsorizzazione appare esagerata e forse affonda le sue radici nella profonda crisi generazionale vissuta dal ruolo.

L’Inghilterra, oltre all’ormai cronico problema del portiere, se ne ritrova uno analogo sulla fascia sinistra della difesa. I portieri inglesi sono Wright (Everton), Robinson (Leeds United), Walker (Leicester), Oakes (Wolverhampton Wanderers) e Seaman (Manchester City). Quest’ultimo ha 40 anni, Wright è infortunato e Oakes, a livello internazionale, c’entra poco. Sul fronte terzini sinistri, la situazione non è migliore. Solo otto club schierano un inglese e dando uno sguardo alla concorrenza, può farcela anche Thatcher.



Se manterrà l’attuale stato di forma e almeno uno tra Cole o Bridge dovesse rendersi indisponibile, Ben sarebbe più vicino che mai alla chiamata da parte di Eriksson. Le Saux, classe 1968, sta per andare in pensione; i due del Charlton, l’ex titolare Powell (34 anni) e Fortune (23), centrale riciclato a sinistra per rimpiazzare l’anziano collega, non sono del suo livello e lo stesso si può dire di Unsworth (30) dell’Everton; Lloyd Samuel (22) dell’Aston Villa non è malaccio ma le difficoltà della squadra non lo aiutano e lui, onestamente, non vale Thatcher. Sperare, quindi, non costa nulla. (C.G.)



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