FOOTBALL PORTRAITS - Palacio, uno e Trenza (2006)


Fuori categoria: «Se c’è un giocatore in Argentina che potrebbe onorare la divisa del River, quello è Palacio», il massimo se a dirlo a uno xeneize è, l’allenatore del River Plate, Leonardo Astrada. 

Attaccante completo (sfonda, crossa e segna), figlio d’arte cresciuto nel Banfield è, come il concittadino NBA (di Bahía Blanca) Manu Ginóbili, destinato a ben altri palcoscenici. Top scorer dei campioni dell’ultima Apertura (10 gol dopo gli 11 del 2003-04, ma «sono un buon giocatore d’area, non un goleador»), il Gioiello ha passaporto comunitario. 

Confidenza con la rete («non sono un goleador, ma un buon giocatore d’area»), movimento perpetuo e razionale. Scalzati i vari Guillermo Barros Schelotto e Marcelo Delgado nelle gerarchie dell’allenatore Jorge el Chino Benítez, ha resuscitato perfino il declinante Martín Palermo. 

Nel 2002 passa dal Bella Vista, squadra di quarta divisione, all’Huracán, in B Nacional (la cadetteria). L’anno dopo, è in Spagna con il suo agente per trattare con il Racing Santander e il Deportivo Alavés, lo cerca il Banfield, massima divisione argentina. 

Il resto è storia: al Boca e in nazionale (esordio con la Bolivia, marzo 2005). Già seguito dalla Juventus, chiama minimo 5 milioni di euro solo per essere ricevuti. Lui non sbava per l’Europa, il presidente Mauricio Macri dice che fino al 2007 non se ne fa niente. Figuriamoci. 
CHRISTIAN GIORDANO
Eurocalcio, marzo 2006 

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