Ferrari il santone - Quando lo sport non conosce etica
Test, laboratori viaggianti, grandi risultati. Così tanti campioni si mettono in fila da lui. Assistente di Conconi a Ferrara, negli anni Ottanta collaborò con molte federazioni. La sua idea: doping è ciò che si trova ai controlli, tutto il resto può essere preso
Gazzetta dello Sport, 9 agosto 2012
DAL NOSTRO INVIATO MARCO PASTONESI
LONDRA - Scienziato, stregone. Medico, allenatore. Ricercato, vigilato, indagato. Mito, «Testarossa», «Number one». «Wanted». Michele Ferrari, nato il 26 marzo 1953 - 59 anni fa - a Ferrara. Laureato all'Università di Ferrara in Medicina e Chirurgia, nel 1978, con una tesi sulla valutazione della soglia anaerobica nella corsa. E specializzato all'Università di Roma, in Medicina dello sport, nel 1981. Ma già collaboratore della Federazione italiana di atletica leggera, dal 1977 al 1980, poi di quella di biathlon, dal 1980 al 1983, quindi nel ciclismo, dal 1984 in poi.
Prestiti
Ferrari rinasce con Francesco Conconi, biochimico all'Università di Ferrara e rettore dal 2001 al 2004. Quando Conconi stringe una convenzione con il Coni, il 14 agosto 1980, per migliorare le prestazioni degli atleti di élite, dal canottaggio al ciclismo, dal nuoto allo sci di fondo, Ferrari è uno dei suoi assistenti. Prestazioni e risultati sono eccellenti. Ma come denunciato da Sandro Donati (consulente Wada), il metodo di Conconi e collaboratori si basa su prestiti di testosterone e pratiche di autoemotrasfusione. A quel tempo il metodo è legale, o meglio, non è vietato. Da qui il principio, che è anche un fine e una fine, che ha sempre guidato Ferrari: «È doping solo quello che si trova nei controlli». Con il corollario: «Se fossi un atleta, prenderei tutto quello che non viene beccato». E l'eritropoietina (l' epo) - il successivo passo dell' evoluzione scientifica, e dell'involuzione morale, di Ferrari -, anche se proibita, ai controlli di quei tempi non si trova. E c'è chi ricorda di aver visto Conconi e Ferrari in bici testare i propri metodi: dai rapporti lunghi (usati in pianura per allenare e migliorare la potenza) alle dosi di eritropoietina («L'epo - questa la tesi di Ferrari - fa meno male di un'aranciata se presa in modiche quantità»).
I discepoli di Conconi continuano a collaborare con squadre e corridori, e non solo nel ciclismo. Per anni. Il più ambito, il più voluto, il più richiesto è lui, Ferrari. Agisce in privato, in silenzio, indisturbato. Il suo atleta di punta è Lance Armstrong. Ufficialmente solo per tabelle di allenamento. Ma il sistema, a volte, lascia tracce e spifferi. È un gregario, Filippo Simeoni, a raccontare delle prescrizioni di epo. E sarà un gregario di Armstrong, Tyler Hamilton, a raccontarle ancora, dieci anni più tardi.
Arte
Ferrari non si ferma, anzi, si allarga. Costruisce un centro di allenamento, lo battezza 53x12 (come quel rapporto lungo che trasforma la pianura in salita), ne lancia un sito Internet (53x12.com) in cui si qualifica come «the real coach of the Pro's», l'autentico allenatore dei professionisti, «per andare - parodiando addirittura il motto olimpico - più veloce, più a lungo, più in alto». Ferrari - l' Usada (l'agenzia antidoping statunitense) lo squalifica a vita, provvedimento in discussione in Italia per un vizio di forma - diventa un' azienda famigliare, con la figlia Sara, ex maratoneta azzurra, fisioterapista e reclutatrice, e il figlio Stefano, dottore, con compiti di gestione, sede legale in Finlandia, base operativa un camper superattrezzato, ma anche a Montecarlo e Londra, luogo di appuntamento spesso il parcheggio della fiera di Bologna, campi di allenamenti dalla salita di Monzuno (Bologna) all'Albula Pass (St. Moritz e Livigno), puntate al Monte Teide (Canarie) e sulla pista di Montichiari (Brescia). Ufficialmente sempre per test di accesso, test sul campo, test di materiali, tabelle di lavoro personalizzate, e una particolare attenzione sui tempi di recupero e sui limiti al superallenamento. Personalizzate sono anche le tabelle dei prezzi. Dipendono dalle categorie: professionisti (meglio se di alto livello), amatori (meglio se ricchi) e disperati. Quelli che tentano di dare una svolta alla propria vita. Costi quel che costi. Soldi. Lavoro. Galera.
MARCO PASTONESI
IL SUO MONDO
Francesco Conconi - medico e «maestro» di Ferrari. Fu considerato colpevole nel 2004 per reati legati al doping: salvato dalla prescrizione.
Lance Armstrong - ciclista vincitore di sette Tour de France. Per l'Usada faceva parte del sistema di doping di squadra di Ferrari.
Filippo Simeoni - ex ciclista, il primo corridore ad accusare pubblicamente Ferrari nel 2002. Confessò l' uso di doping nel processo di Bologna.
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