Chapeau Bas, Monsieur Rogers

S'inchina, Michael Rogers sul traguardo di Bagnères de Luchon, per la 52esima volta arrivo di tappa al Tour. Prima lo hanno fatto tutti gli altri, davanti a questo 34enne australiano che sta definendo il concetto di rouleur: un passistone, tre volte mondiale a cronometro, che in un mese ha vinto a Savona e sullo Zoncolan al Giro; e nel primo dei tre tapponi pirenaici al Tour.

Nella frazione più lunga, 237.5 km, Rogers scappa sull'ultima salita, gli 11,7 km del durissimo Port de Balès. Con lui anche Serpa e Voeckler, che in corsa si concede pure la libertà di mettere il piede a terra per litigare con degli olandesi che lo insultano. I tre vengono riacciuffati in discesa da Gautier e Kiriyenka, poi Rogers e Gautier attaccano, e a 4,3 km "Mick" piazza l'affondo decisivo.

Il secondo successo della Tinkoff, dopo l'impresa di Rafal Majka a Risoul, è tutto per gli amici e per le sue donne: la moglie Alessia - che è italiana - e le loro figliolette Matilde, Sofia e Emily.

C'è tanta altra Italia in questo Tour di Nibali. Come lo Squalo, anche Rogers si è formato in Toscana, a Quarrata: ci arrivò da juniores nel '97 e c'è roimasto da dilettante, prima di trasferirsi a Gorla Minore (Varese) e dal 2012 a Mendrisio, nel Canton Ticino, a due passi dalla Stabio del connazionale Cadel Evans.

Vuol correre altre due stagioni e chiudere nei primi cinque una grande corsa a tappe. Ci andò vicino al Giro 2009: chiuse sesto. Partito come gregario di Contador, dopo il ritiro dello spagnolo - e a quasi tre quarti d'ora dalla maglia gialla - s'è ritrovato battitore libero di fare l'impresa.
Chapeau bas!, monsieur Rogers.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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