Van Persie d'amore
Poi uno si innamora del calcio inglese... Ma come puoi non farlo con partite così, con quello spirito, quell'intensità, quei personaggi; in campo e fuori. Quasi se lo sentiva, José Mourinho, di subire il pareggio.
E di subirlo all'ultimo secondo, su palla inattiva, subito dopo il rosso diretto a Ivanovic, espulso - ma col doppio giallo - come il 28 ottobre 2012, quando lo United sbancò Stamford Bridge 3-2 contro i Blues in nove per i due gialli anche a Fernando Torres.
E di subirlo all'ultimo secondo, su palla inattiva, subito dopo il rosso diretto a Ivanovic, espulso - ma col doppio giallo - come il 28 ottobre 2012, quando lo United sbancò Stamford Bridge 3-2 contro i Blues in nove per i due gialli anche a Fernando Torres.
E infatti il pareggio è arrivato, all'ultimo secondo, su palla inattiva, con Robin van Persie che ha scaricato alle spalle di Courtois tutta la rabbia di un inizio stagione maledetto. Per lui, tornato capitano per l'assenza di Rooney, e per il primo United di van Gaal.
Lo stesso van Persie che con quel tocco di testa aveva tolto a Didier Drogba la paternità, ma non la gioia del ritono al gol in Premier League. Senza il titolarissimo Diego Costa, contro il suo vecchio maestro ai tempi del Barca, Louis van Gaal, l'allievo Mou si era affidato all'ivoriano - l'uomo della storica Champions di Di Matteo - come unica punta nel 4-2-3-1.
Lo stesso sistema di gioco del maestro olandese. Uno dei pochi, se non l'unico, che nella specialissima top ego di José, stia qualche gradino sopra di se stesso. Un altro fatto apposta per il calcio inglese. E di cui è impossibile non innamorarsi.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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